Una storia americana

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Pubblichiamo volentieri questo intervento di Nicola Walter Palmieri,  che riflette una sua idea personale, per dare voce a Tutte le menti libere.

I giudici della Corte suprema americana, nominati a vita, sono tradizionalmente nove. Quando vi sono posti vacanti, i presidenti propongono nuovi giudici di loro scelta. Dopo la morte della giudice liberale Ruth Bader Ginsburg, il 18 settembre 2020, il rappresentante di maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell si dette da fare per riempire il posto vacante prima delle elezioni del 3 novembre 2020. Il comportamento di McConnell fu scorretto e in mala fede. Nel 2016, si era rifiutato di tenere udienze di conferma per Merrick Garland, candidato presentato da Barack Obama come successore di Antonin Scalia, morto il 13 febbraio 2016. McConnell usò ogni trucco, e le udienze non ebbero mai luogo. Argomento principale di McConnell era che, secondo il lodo dell’allora Senatore Joe Biden (cd. Biden Rule, enunciato nel 1992), durante l’anno di votazione generale del presidente nessun nuovo giudice della Corte suprema dovrebbe essere nominato. McConnell volle a ogni costo politicizzare la Corte suprema, evitare che un candidato di Obama venisse nominato, mantenere aperta la posizione per il prossimo presidente. Il repubblicano Trump venne eletto, e dieci giorni dopo il suo insediamento, il  31 gennaio 2017, nominò Neil Gorsuch suo giudice alla Corte suprema. Gorsuch venne subito approvato, e divenne operativo il 10 aprile 2017.

Quattro anni dopo si ripeté la situazione. Presidente del Senato era sempre ancora McConnell. A mo’ di girandola, McConnell capovolse la sua regola del 2016 e scorrettamente ignorò, con sfrontatezza, il fatto che si era nell’anno di elezioni generali (e pochi mesi distanti dal responso delle urne), cestinò il Biden Rule, e sostenne che la nomina del nuovo giudice spettava al presidente uscente Trump, il quale annunciò, il 26 settembre 2020, l’intenzione di nominare la sua candidata, Amy Barrett, cosa che fece tre giorni dopo. McConnell sottopose velocissimo a udienza di conferma, e il mese successivo la nuova giudice fu approvata e confermata dal Senato con voto favorevole di tutti i Senatori repubblicani (meno quello di Susan Collins). Il 27 ottobre, una settimana prima delle elezioni, la Barrett venne insediata alla Corte (senza la usuale presenza del Chief Justice e la piena rappresentanza della Corte).1 Trump si era assicurato la maggioranza repubblicana di sei giudici su nove, lo riteneva una garanzia per i suoi probabili imminenti ricorsi contro paventate irregolarità che, secondo lui, avrebbero obnubilato, anzi reso illegali, le incombenti elezioni.2

Il partito democratico esprime ora (2021) la politica americana, controlla presidenza ed entrambe le Camere. Ciononostante, una corte infiltrata da nomine repubblicane può dare molto fastidio al nuovo Presidente. A comportamento scorretto e irrispettoso si risponde pan per focaccia. Biden può, e dovrebbe velocemente e senza esitazione, riportare l’equilibrio nella scorretta composizione della Corte, forzata da Trump. Modo semplice per farlo è aumentare il numero dei giudici della Corte. La Costituzione americana non determina il numero dei giudici, Biden deve solo presentare una proposta di legge e farla approvare (con semplice maggioranza) da ciascuna delle Camere.

Il 12 gennaio 2021 si sono visti i primi risultati di una Corte suprema dominata da giudici conservatori. Grazie anche alla nuova giudice sfegatata anti-abortista a bordo, la Corte pronunciò una sentenza che vieta l’accesso con telemedicina al farmaco Mifepristone (Mifeprex, anche RU-486).3 È “un onere non necessario, irrazionale e ingiustificabile contro le donne che cercano di affermare il diritto alla propria scelta”, disse la giudice dissenziente Sonia Sotomayor.4 La liberalizzazione dell’aborto è conquista di civiltà. L’opinione pubblica americana è generalmente favorevole all’aborto. Ciononostante, i tentativi di soffocare lo  slancio liberatorio, erodere e cancellare i diritti della donna, continuano. Roe v. Wade, la storica sentenza di civiltà, insidiata fin dai primi giorni dagli anti-abortisti, rischia di essere revocata. Se ciò si verificasse, sarebbe grave perdita per l’America, di riflesso per l’Europa dall’animo imitativo e servile, e per l’umanità.5 I giuristi continueranno ad azzuffarsi nello scontro di principi e teorie, perdendo di vista l’obiettivo fondamentale, la correttezza nei riguardi della donna e della sua volontà di creare o meno nuova vita.

Il mondo scientifico guarda a Biden/Harris, spera che riportino la Corte suprema a composizione equilibrata.6

Nicola Walter Palmieri

1   “La Barrett renderà complicato l’obiettivo di John Roberts di mantenere la Corte suprema fuori dalla politica”, notò Joan Biskupic, “Amy Coney Barrett joins the Supreme Court in unprecedented times”, CNNpolitics, 27 ottobre 2020.

2   Dopo avere perso alle elezioni, Trump disse: “No, no, no, we’re going to try to get this election overturned, Supreme Court will do it”, v. video: U.S. Supreme Court may not have final say in presidential election, despite Trump threat (Reuters), John Verhovek, John Santucci, Katherine Faulders and Matthew Mosk, “Biden says ‘we’re going to win’ as Trump falls behind in key states”, ABCNews, 7 novembre 2020.

3   In Italia, il percorso della pillola per l’aborto non chirurgico è stato travagliato, con la ingiustificata imposizione (data l’innocuità del farmaco) di giorni in ospedale. La procedura venne criticata dal Professore Umberto Veronesi secondo il quale la pillola era la “scelta migliore [fra i mali] perché la meno dolorosa per la donna”.

4   Supreme Court Abortion Pill Ruling, January 12, 2021. V. Elizabeth Gulino, “The Supreme Court Just Reinstated An Abortion Pill Restriction”, Refinery 29, del 13 gennaio 2021.

5   V. David G. Savage, “Supreme Court joins with Trump on restricting abortion pills, despite coronavirus”, Los Angeles Times, 12 gennaio 2021;  “Supreme Court Revives Abortion-Pill Restriction”, The New York Times del 12gennaio 2021. Il GOP Presidential del 13 gennaio 2021, titolò “Supreme Court Hands Trump Last-Minute Win” (vittoria dell’ultimo minuto per Trump).

6  V. Dr. Reagan McDonald-Mosley, in Kells McPhillips, “The Supreme Court’s Latest Abortion Pill Ruling Poses a Dangerous Threat to Reproductive Health”, well+good, January 13, 2021 (“Rather than placing further barriers between abortion services and those who need care most we should focus on expanding access so all people can have the power to decide if, when and under what circumstances to get pregnant and have child. It is also important to recognize that restrictions on abortion access do not stop people from getting abortions or serve as the primary factor in reducing the abortion rate”).

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2 commenti su “Una storia americana”

  1. Storia che va bene agli asilanti. Per chi segue la politica e conosce il sistema statunitense sa che il giudice viene eletto politicamente e purtroppo i partiti tirano sempre a fare gli interessi di parte, quindi ognuno se per sfortuna dell’altro gli riesce con cavilli a migliorare la propria posizione avviene questo. Nessun sistema purtroppo è perfetto. Comunque tutti erano convinti che la Corte Suprema avrebbe agevolato Trump, così non è avvenuto anche se i brogli erano matematicamente evidenti e documentati. Se non è zuppa, è pan bagnato! “Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare”

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