Oggi Trump ha accolto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la firma di un accordo con l’Ucraina per il rimborso, con le materie prime ucraine, del suo “credito” verso gli USA, di circa $500 miliardi. Ecco un estratto pubblicato in diretta dalla BBC – www.bbc.com – del dialogo tra Trump e il presidente ucraino alla Casa Bianca.
Trump dice a Zelensky: “Il tuo paese è in grossi guai“.
Il leader ucraino cerca di intervenire, Trump agita le mani. “No, no, hai parlato molto” riprende “Il vostro paese è in grossi guai“.
“Lo so, lo so“, dice Zelensky.
“Non stai vincendo“, dice Trump.
“Hai una dannatamente buona possibilità di uscirne bene grazie a noi“.
Il presidente degli Stati Uniti aggiunge: “Vi abbiamo dato attraverso uno stupido presidente [riferimento a Joe Biden] 350 miliardi di dollari, vi abbiamo dato attrezzature militari… Se non aveste avuto il nostro equipaggiamento militare, questa guerra sarebbe finita in due settimane“.
“In tre giorni l’ho sentito da Putin“, risponde Zelensky.
“Sarà molto difficile fare affari in questo modo“, dice Trump.
Alle 19,30 ora italiana, del 28 febbraio, Trump conclude l’incontro così:
“Non voglio vantaggi, voglio la PACE. Hai mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale”
“Può tornare quando sarà pronto per la pace”.
Federico II, re di Prussia, parafrasando Machiavelli disse: “ ..chi vuole la guerra non è chi attacca ma chi vuole farsi attaccare”. Ora, dopo quaranta giorni dall’insediamento di Trump, la Guerra che ha afflitto l’Europa si sta rapidamente mutando e spostando: dallo scontro tra Russia e Ucraina – con i suoi sostenitori Nato, Inglesi, Francesi e contractor di Paesi vari aiutati da rifornimenti di armi principalmente americane – ad uno scontro tra USA e Europa, la UE in particolare.
L’Ucraina oramai conta poco sullo scenario bellico. Che non contasse poi tanto lo si sapeva fin dall’inizio con questi numeri: prima della guerra, l’Ucraina aveva 42 milioni di abitanti (Crimea compresa) con quasi 200 miliardi di PIL (circa il 10% del PIL italiano). Insomma, il PIL era analogo a quello del Portogallo, ma quello pro capite era inferiore a quello del Montenegro. In realtà dai filmati e dal movimento di persone si vedevano tante auto a Kiev, gente con look occidentale, il che fa pensare che il PIL ufficiale fosse sottostimato, che i soldi arrivavano da attività non ufficiali. La Russia aveva un PIL superiore alla Spagna e poco meno dell’Italia, però conta la sua composizione: una forte percentuale per estrazione e vendita all’estero di gas e petrolio, industria meccanica bellica di precisione e altri settori industriali di base. Il PIL italiano ha forti componenti di turismo, servizi, ristoranti, commercialisti, avvocati e parrucchieri per signora, il che è diverso dal vendere gas, produrre e vendere armi, aerei all’Iran e ad altri. Già questi parametri potevano fare capire qualcosa agli europei. Invece erano tutti allineati a supportare la guerra per procura, iniziata dagli anni ‘90 basata sull’evoluzione della teoria americana del “Destino Manifesto“ espresso dal democratico Zbigniew Brzezinski, americano di origine polacca, con la realizzazione di un mondo anti russo, unipolare dove a priori i buoni sono i democratici, contro i cattivi che sono populisti, totalitari e non fanno libere (sic…) elezioni per i loro popoli (Saddam, Gheddafi, i Talebani, la Corea del Nord, etc ).
In fondo agli Europei andava bene la visione del mondo unipolare, il G7, la Nato, dove l’unico elemento di stabilizzazione era l’ombrello militare americano sui suoi partner idealmente commercial-democratici. La moneta unica, Euro, non fu assolutamente stabilizzante, anzi avvenne il contrario e ci vollero i tassi sottozero della BCE ad evitare il default dei Debiti Sovrani di alcuni Paesi europei.
Riassumendo la situazione attuale, sembra che Trump dica alla UE: avevate un tesoro sotto la sedia, e lo si sapeva dall’epoca dell’URSS, cosa avete fatto per sfruttarlo in questi 30 anni? Solo una guerra che è inutile, con tanti morti, con queste conseguenze:
– alla fine di questa guerra per l’Ucraina ci sarà una specie di “Piano Marshall al contrario”, che dovrà ripagare i debiti; un Paese quasi distrutto, con 6/8 milioni di rifugiati in Europa (mantenuti dagli Europei), con oltre 1 milione di “casualties”, quindi morti o impossibilitati a una vita futura decorosa e con l’impossibilità di entrata nella NATO, per evitare nuovi focolai di scontri;
– Trump sta dicendo: io faccio comunque la pace con la Russia e metto un’ipoteca sull’Ucraina di $ 500 miliardi; se Francia, Inghilterra e altri Paesi europei vogliono mandare soldati in Ucraina, lo facciano, ma a spese loro (con i soldi delle tasse dei loro contribuenti), senza pretendere aiuti e copertura militare dagli USA; se l’ Europa vuole far entrare l’Ucraina nell’EU lo faccia subito, non interessa gli USA; se l’EU vuole ricostruire l’Ucraina lo faccia pure tranquillamente a proprie spese, però attenzione, sappiate che l’Ucraina ha un debito “senior”, quindi privilegiato, nei confronti degli USA di $ 500 miliardi, quindi prima deve ripagare questo debito, se gli Europei investiranno soldi in Ucraina, non saranno ripagati, se non dopo di noi;
– se l’EU vuole fare affari con la Russia o con la Cina li faccia pure (comprare gas e altre materie prime per uscire dalla stagnazione), tanto sarete costretti a farlo;
– l’ombrello di deterrenza militare USA non c’è più, quindi se volete avere un ombrello di difesa atomico aggiustatevi pure con le vecchie atomiche francesi, quelle dell’epoca di de Gaulle e quelle inglesi della Thatcher;
– la UE, sostiene Trump, è stata costituita per fregare commercialmente l’America, quindi i dazi saranno messi senza pietà su tutti i prodotti UE importati negli USA;
– gli USA rilasceranno una Green Card permanente (cioè, residenza negli USA, anche fiscale) per tutti i non americani che versino 5 milioni di dollari e vengano a iniziare una attività o supportino l’economia americana (dagli anni ’90, bastava solo 1 milione di dollari utilizzato per aprire una attività negli USA, forse i Brambilla della Brianza si sono fatti scappare l’occasione).
– Alla domanda: “ma anche gli oligarchi russi possono aderire?” la risposta è stata “Certamente, alcuni sono gente a posto “.
È un atteggiamento duro vero l’Europa, ma non è finita qui. Sappiano che l’IRES in Italia, l’imposta flat tax sui redditi delle società, è all’incirca del 22%. L’imposta federale USA sui redditi societari ha un’aliquota simile. Le grandi imprese europee, infatti, trasferiscono la sede fiscale in Paesi UE che fanno concorrenza sleale con delle aliquote più basse, Lussemburgo o Olanda. Nell’entourage dell’attuale Amministrazione Trump ci sono molti pareri favorevoli all’azzeramento dell’imposta federale e alla sostituzione con dazi o tariffe. Vorrebbe dire per le imprese, un’imposta federale pari a zero. Se dovesse passare un tale provvedimento, molte aziende UE avrebbero convenienza a chiedere il trasferimento della sede sociale e fiscale negli USA. Sarebbe il maggiore trasferimento nella storia mondiale di capitali dall’Europa all’America. Qui resterebbero solo piccole e medie aziende, imprese di pulizie e pizzerie. In fondo, anche nel turismo, alberghi e spiagge tipo Twiga potrebbero benissimo essere gestite dagli USA.
In quanto alla proposta di nostre truppe in Ucraina il Governo Meloni è cauto: mandare qualche ufficiale e qualche soldato solo con l’approvazione dell’ONU. Purtroppo l’esercito italiano, “inferiore per uomini e per mezzi… “ come diceva già allora il Bollettino della Vittoria del 1918, annovera circa 90.000 professionisti, ma con età media di 40 anni. Ci vorranno almeno 10 anni per arruolarne almeno altri 100.000 più giovani, con costo di almeno 4 mld l’anno per soli stipendi. Però, sarebbe un incentivo per l’occupazione di giovani e costerebbe meno del reddito di cittadinanza dato a caso come negli anni scorsi.
Fabrizio Gonni, laurea in Ingegneria, MBA Economia Aziendale
Componente ISPG Istituto Studi Politici Giorgio Galli
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