Scuola: un problema da affrontare e uno da risolvere subito

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Chi tocca la Scuola rischia

Polemica sul ministro Valditara sugli stipendi differenziati tra Nord e Sud. Il ministro apre a retribuzioni differenziate su base regionale poi, viste le reazioni fa retromarcia. Sindacati in subbuglio, la sottosegretaria Paola Frassinetti, di Fratelli d’Italia, difende il ministro e ribadisce che non c’è mai stata una proposta di contratti differenziati, che l’unitarietà nell’istruzione è fondamentale. Rimane il problema dell’enorme differenza del costo della vita tra Milano e un qualsiasi paese della Puglia o della Calabria, un divario che è lì da misurare.

Professori Precari

Qui finalmente soffiano venti di novità dal Ministero (diventato dell’Istruzione e del Merito) che ha recentemente inviato a Bruxelles una proposta per affrontare seriamente l’inizio del prossimo anno scolastico, che sarà tra sette mesi: mettere subito in cattedra i docenti precari che abbiano i titoli e svolto bene almeno tre anni di insegnamento nello Stato. In pratica se la UE approva la manovra, il Ministero potrebbe procedere all’assunzione degli insegnanti necessari attingendo alle attuali graduatorie provinciali, inserendoli a tempo indeterminato con una procedura selettiva semplificata. Detta così sembra l’uovo di colombo.

La situazione riguarda tutto il territorio nazionale ma è pesante soprattutto a Milano e Lombardia dove i docenti precari, dati alla mano, assumono numeri preoccupanti. “ Siamo preoccupati, in Lombardia il 35% del personale nelle varie discipline è precario e per il sostegno si arriva al 50%” rileva Massimiliano Sambruna, della Cisl scuola Milano metropoli. Se ne occupa anche il Gruppo della Rete, un insieme di associazioni culturali e professionisti della scuola, costituito a Milano lo scorso dicembre intorno all’AESPI, proprio per cominciare a dipanare la matassa dei problemi che la scuola dovrà affrontare. In un recente incontro svoltosi a Milano tra la Rete e la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito – Paola Frassinetti – è stato esaminato il disagio, molto forte in Lombardia, per la mancanza di personale stabile che, oltre a incidere sulla continuità didattica (raramente i docenti riescono a proseguire il loro lavoro nelle stesse classi), ha un costo molto alto perché ad ogni inizio anno scolastico, occorre rifare le nomine e controllare documenti, con personale amministrativo impegnato nella nomina dalle graduatorie provinciali, le GPS.

Anche quest’anno – dice Sambruna – le ultime nomine risalgono a qualche giorno fa”.

Proprio per la complessità della questione, bisogna tener conto che la proposta riguardante non solo la stabilizzazione dei docenti precari, ma anche i criteri per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, che rende merito alla professionalità docente e coinvolgerebbe anche le scuole paritarie (quelle private), che in Italia raccolgono una buona fetta di studenti di cui non se ne può ignorare l’esistenza. E’ evidente che occorra trovare soluzioni che portino i docenti – delle paritarie e delle scuole statali – ad essere uguali ai nastri di partenza. “Questa notizia non può che farmi piacere – risponde Roberto Pasolini, Rettore dell’Istituto Leopardi di Milano – il problema dell’abilitazione dei docenti non può essere continuamente procrastinato essendo tra i principali che affliggono la scuola italiana, mi auguro che possa essere un punto di partenza per rafforzare la professionalità docente comprendendo nel percorso abilitante anche i docenti delle scuole paritarie che, come gli altri, meritano di essere riconosciuti”.

La proposta del Ministero, se venisse accolta dall’Unione Europea, comincerebbe a risolvere parte dell’annoso e ormai cronicizzato problema che in Lombardia assume contorni preoccupanti per un’istituzione che oltre a tutelare i più fragili, deve garantire alle giovani generazioni una preparazione adeguata attraverso una didattica continuativa. Rossana Mondoni, portavoce della Rete, ha annunciato un prossimo incontro con la Frassinetti, aperto ai docenti, per far emergere le reali difficoltà legate al precariato. L’obiettivo è quello di individuare proposte che siano efficaci e risolutive del problema, per poter iniziare l’anno scolastico con i docenti in cattedra.

Auspichiamo che questo governo– conclude Sambruna- trovi una soluzione strutturale al problema per evitare di compromettere la qualità della scuola pubblica e anche privata”.

Redazione Scuola

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