Economia e finanza nell’anno appena iniziato
Sui giornali si nota che l’ottica è principalmente “domestica“ ovvero spesso circoscritta ai mercati italiani o, se del caso, di alcuni Paesi della UE, come la Germania, ma spesso vengono tralasciate le tendenze – i trend – mondiali. Si presume che tutti concordino che, in un mondo globalizzato, sia l’economia e la finanza sono oramai soggetti alla ‘legge del Caos’ di Lorenz, quello della famosa affermazione, che recita all’incirca “le ali di una farfalla in Giappone possono influire su un uragano in Brasile“. L’abbiamo sperimentato negli anni passati, con i vari ‘Cigni Neri’, come la crisi dei sub-prime immobiliari del 2007/8, che, iniziata negli USA, si è diffusa in tutto il mondo. Come pure il Covid, i lock-down, il fermo delle manifatture e della logistica e la conseguente inflazione da scarsità di offerta. Da due anni la guerra in Ucraina assorbe molte risorse, aumentando il Debito Pubblico dei Paesi occidentali, primi gli USA e poi la Gran Bretagna e i Paesi UE, Italia compresa. Oggi c’è Israele e Gaza: un conflitto che massacrerà le risorse di Israele.
Il gruppo armato che controlla parte dello Yemen del Nord (un Cigno nero?)
Poi, chi avrebbe pensato agli Houthi, il gruppo armato yemenita che controlla la capitale Sanaa, che con alcuni missili da quattro soldi, rallentano la logistica mondiale, fanno aumentare i costi, costringendo le navi merci a fare il giro dell’Africa per arrivare in Europa. Sono tutti eventi che si possono definire ‘Cigni Neri’, che si manifestano però nell’ambito di varie tendenze, sociali ed economiche sottostanti e latenti da vari anni.
Si possono fare alcune considerazioni sui trend e tendenze attuali, quindi a breve termine, a meno di imprevisti.
Settore del Petrolio greggio e del grano
Si può ipotizzare una continuità dei prezzi attuali e forse un leggero ribasso. La Russia sta vendendo sottoprezzo il suo petrolio alla Cina, per fare liquidità. Quindi non sembra che l’Opec a 2 – Russia e Arabia – voglia aumentare i prezzi. La stessa considerazione vale per il grano e granaglie varie: Ucraina e Russia hanno bisogno di soldi e devono venderlo a prezzi stracciati.
Settore del credito, banche e finanziarie
Nel 2023 hanno avuto forti utili operativi, per via del rialzo dei tassi dei Governi. Va ricordato che hanno in portafoglio ingenti depositi in Titoli di Stato, acquistati quando i tassi erano bassi. Il valore di mercato di tali depositi, nell’attuale situazione di tassi alti, ha subito perdite (virtuali), rispetto al valore nominale di sottoscrizione. Se ci fosse una crisi o un forte ritiro dei depositi dei correntisti, le banche dovessero svendere i loro portafogli, correrebbero il rischio di saltare per aria, come avvenuto per la Silicon Valley Bank e un altro paio di banche americane. Il che ci fa capire perché la UE spinge sul MES, che con le nuove modifiche è diventato un Fondo Salva banche, e non più un Fondo Salva Stati. Però non si capisce perché i vari Paesi UE dovrebbero versare decine di miliardi – naturalmente a deficit di bilancio – al Fondo per salvare magari una banca tedesca (n.d.r. domanda da fare al PD che sostiene a spada tratta il MES).
Settore Industria automobilistica
Negli USA convivono le tre tecnologie – dei motori termici tradizionali, ibridi (predominio dei giapponesi e coreani) ed elettrici con il monopolio di Tesla. Sono modelli che coesistono in funzione dei vari segmenti di utenti, in particolare il segmento dei ‘commuter’ ovvero dei pendolari con tragitti limitati e quello dei viaggiatori su lunghe distanze. In UE invece è stato deciso -politicamente- il divieto dei motori termici dal prossimo 2035. Quindi tutti i produttori si affannano a studiare e cercare di produrre motori ibridi o elettrici. Quindi quello che era il punto forte dell’industria europea degli anni della Merkel, basato sulla ‘Diesel wagen’ diventerà politicamente ‘fuorilegge’ fra 10 anni. Purtroppo, gli europei sono indietro come know-how nel settore ibrido elettrico, di almeno 6-8 anni, considerando le esperienze maturate – e i brevetti in corso – di Toyota e Tesla. Senza citare i cinesi, poco presenti in UE, che sono leader nella produzione di batterie e auto elettriche. Gli automobilisti europei sono titubanti su questi cambi tecnologici forzati. Pertanto, non si prevedono grandi successi del settore automobilistico nel 2024.
Settore immobiliare
Non si prevedono grandi riprese nel settore degli immobili per uffici, per via della pratica dello smart working; negli immobili commerciali dovrebbero prevalere le costruzioni per la grande distribuzione. Nell’edilizia privata, oramai con prezzi elevati sia in USA come UE, si spera in una riduzione dei tassi di interesse, per consentire ai cittadini di stipulare mutui un po’ più vantaggiosi. Le previsioni astratte sia negli USA come in UE sono che le Banche Centrali taglino i tassi a metà 2024, per arrivare al fine anno attorno al 3%. Purtroppo, vi è la attuale situazione internazionale di guerre simmetriche e asimmetriche. Nella Storia nessun Paese coinvolto in una guerra ha mai tagliato i tassi di interesse, casomai li ha aumentati. Maggiori coinvolgimenti dell’Occidente potrebbero portare i tassi sul dollaro attorno all’8% e sull’euro e sterlina attorno al 7%, a fine anno. Vorrebbe dire una crisi dei mutui e quindi delle compravendite.
Per sintetizzare, a livello mondiale, nello scorso anno 2023, i settori in crescita sono stati: prodotti per l’Ufficio, Computer ed elettronica, Assicurazioni, Elettronica applicata, Macchinari e meccatronica, Moda e tessile, Difesa e Spazio, Software e Internet. Non si vede perché non debbano continuare a crescere nel 2024. D’altra parte, l’elettronica e la componentistica sono l’elemento trainante per tutta l’industria di qualunque specializzazione. Nello scorso 2023 i settori in ribasso sono stati quello dell’Energia, in parte il Petrolio, come detto prima, il settore Auto e mezzi pesanti, gli Alimentari, il Farmaceutico, gli Intrattenimenti e viaggi quindi i Trasporti aerei e navali, le Telecomunicazioni. La situazione di questi settori non dovrebbe mutare a breve scadenza. In quanto ai Settori di Internet, software, elettronica, Intelligenza artificiale ecc… basta ricordare le prestazioni di Borsa di quelle che sono note come ‘Magnificent Seven’ (le magnifiche Sette) ovvero: Amazon, Google, Microsoft, Apple, Meta, Tesla e Nvidia. A parte che da sole rappresentano il 40% della capitalizzazione del mercato azionario americano, notiamo che dai primi di gennaio del 2023 al 29 dicembre 2023 hanno avuto un incremento di prezzo medio (di un paniere di tutte le 7) del 114,89%! Contro la media di tutta la Borsa USA (indice SPX) di solo il 23,8 %. E questo la dice lunga su quelli che sono i settori industriali trainanti, valutati nei primi giorni del 2024.
Fabrizio Gonni
Laurea in Ingegneria, MBA Economia Aziendale. Componente ISPG Istituto Studi Politici Giorgio Galli
mail: gonni@istitutostudipolitici.it