SVEZIA E FINLANDIA NELLA NATO? NO, NON CAPISCO. O FORSE SI’…
Forse sono un po’ tonto, ma francamente c’è qualcosa che mi sfugge. Svezia e Finlandia sono paesi neutrali, come l’Austria, ma fanno parte dell’Unione Europea. Partecipano alle esercitazioni della Nato. Quindi hanno già uno scudo difensivo. Perché allora questa parossistica insistenza sul loro ingresso nell’Alleanza? Non è sufficiente far sapere a Putin che se invadesse senza alcun motivo quelle due civilissime, pacifiche e democratiche Nazioni dell’Europa, ci sarebbe una risposta?
Si dirà: ma sono Finlandia e Svezia a chiedere di entrare. Sì, ma la Nato non è un supermercato: può unilateralmente rinviare la decisione se accoglierle o meno a tempi migliori, quando le acque saranno più calme. Non capisco, allora. No, non capisco… O forse capisco fin troppo bene: si vuole gettare ulteriore benzina sul fuoco?
LA NATO HA RESPONSABILITA’ NEL CASO MORO?
Il 9 maggio c’è stato il 44° triste anniversario. Domanda: «Giovanni, secondo te il coinvolgimento della Nato nell’ “affaire Moro” può essere considerato storiograficamente accertato?»
Il tema è molto scivoloso. Lo era prima, figuriamoci adesso. Ma spero che a nessuno venga in mente di associare la mia risposta alla guerra russo-ucraina.
Sì, credo proprio che il coinvolgimento atlantico nel caso Moro sia storicamente accertato. Se la storia si ricostruisce sulla base delle fonti documentali, come mi hanno insegnato, ebbene ce ne sono tantissime aperte da anni negli archivi del Congresso americano, al Nara di Washington e in quelli britannici di Kew Gardens. Più che di Nato, bisognerebbe parlare però di Paesi influenti dell’Alleanza atlantica. Tra quei documenti ci sono prove più che sufficienti per affermare che gli oltranzisti di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Federale contrastarono le politiche di Aldo Moro già a partire dal 1969. In ogni modo: anche attraverso operazioni clandestine e illegali.
Ci sono prove documentali già disponibili che coprono il periodo 1969-1978, sino all’immediata vigilia del sequestro Moro. E ci sono prove, anche se non definitive, di un intervento atlantico pure durante i 55 giorni della prigionia. Nel numero del 27 marzo 2008 di Panorama, pubblicai un documento del BND, il servizio segreto tedesco, inviato nel 1990 dal governo della Germania federale al presidente della Repubblica italiana dell’epoca, Francesco Cossiga. Che a sua volta lo inviò alla Commissione Stragi, ma in una versione depurata, perché la Germania aveva posto il segreto sau alcuni punti sensibili. Su Panorama uscì invece la versione integrale, in cui c’era scritto che le unità speciali di Stay-behind «possono essere usate» «in tempo di pace, come “unità antiterrorismo” (probabilmente sono state impiegate anche in occasione della ricerca di “Aldo Moro”)». Va ricordato che dal 1976 al 1978 la Germania guidò il direttorio atlantico che “governava” la rete Gladio, dal quale era esclusa l’Italia. Quell’articolo di Panorama era accompagnato da un’intervista a Cossiga, di cui riporto il brano iniziale:
«Panorama chiede a Francesco Cossiga: “Se in un documento classificato di un Servizio segreto si afferma che “unità speciali” di Stay-behind “probabilmente” vennero impiegate durante il caso Moro, vuol dire che è probabile o che …”
Ma lui non lascia nemmeno finire la domanda:” vuol dire che è vero, che Gladio intervenne”, risponde sicuro».
A parte le fonti aperte, oggi sappiamo che negli archivi Usa, UK e atlantici esiste anche una ricca documentazione tuttora coperta dal segreto. I responsabili dell’archivio storico del Senato, che custodisce la documentazione prodotta nel corso di vari decenni dalle varie commissioni parlamentari, hanno affermato in una recente conferenza stampa (potete trovarne la registrazione su Radio Radicale) e poi in due videodirette sulla mia pagina Facebook (Giovanni Marilotti, Giampiero Buonomo e Felice Casson) hanno detto di aver ormai capito che la chiave per decifrare la vicenda Moro è negli archivi stranieri, e in particolare in quelli atlantici. E hanno aggiunto che, a tutte le loro richieste di poterli visionare, hanno sempre ricevuto risposte negative. Quando le risposte ci sono state.
Vogliamo continuare a far finta di nulla? Va bene, posso capirlo. Ma almeno smettiamola di insultare chi studia su quelle fonti, e a delegittimarlo anche dal punto di vista professionale con l’accusa di “complottismo”: è inaccettabile da ogni punto di vista! Se poi anche alcuni storici e giornalisti si prestano al giochino, è pure imbarazzante. Per loro, però.
Giovanni Fasanella