A Firenze è perfettamente riuscita l’operazione di costruzione di un nuovo “caso” politico. Da una scazzottata tra ragazzi di opposte fazioni, accaduta sabato 18 febbraio davanti al Liceo classico Michelangiolo, una parte politica, quella che appoggia le azioni violente degli anarchici, è riuscita a mettere in piedi uno spaventoso “mostro” che minaccia l’Italia. Il giornale la Nazione sintetizza i fatti: “La rissa, questo è certo, è quella politica. Nel frattempo, la Digos prosegue le indagini … Una battaglia politica che si legge anche sui muri della città: tra slogan di destra e scritte a sostegno di Cospito, sono fiorite anche stelle a cinque punte”.
Il caso del Liceo Michelangiolo riscuote grande risonanza anche a livello nazionale, tanto che a Milano i Centri sociali e agitatori vari stanno preparando i fumogeni per le varie necessità. Tutto ha avuto inizio l’altro sabato fuori dal Classico in strada, tra un gruppetto di destra che volantinava e ragazzi del Collettivo di sinistra che ne voleva impedire l’azione, ne è scaturita una rissa, ancora poco chiara su chi delle due parti l’abbia iniziata ma che è al vaglio della Digos, chiamata sul posto dalla Dirigente scolastica del Liceo, Rita Gaeta. Il bello è che a prendere posizione in merito all’episodio, non è stata la diretta interessata, che ha gestito con equilibrio la situazione, ma una giovane preside di un altro liceo di Firenze – Annalisa Savino del Leonardo, in foto sotto – che non ha esitato a emanare una apposita circolare (riportata sotto), diretta a studenti, genitori, bidelli e segreteria della sua scuola. La Savino, prima ancora che i fatti nell’altra scuola siano chiariti da chi ha competenza per farlo, si lancia in un proclama, su carta intestata della Scuola, mettendo in guardia gli ignari genitori, bidelli e studenti del pericolo “fascista”. Scrive nella circolare:”…ll fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.” Infine, conclude incitando gli studenti a lottare per cacciare questo rigurgito di autoritarismo rimarcando che ”abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura”. Una visione della storia nazionale alquanto insolita, che prende a calci quanti hanno sacrificato la vita per l’Italia. Purtroppo, l’improvvido guanto di sfida è stato bonariamente raccolto dal Ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, che qualche giorno dopo, è sbottato nel leggere tali sciocchezze nel corso di una trasmissione a Mattino 5: “E’ una lettera impropria, mi è spiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà, in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con fascismo e nazismo e poi conclude “…Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole. Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”. Apriti cielo, subito è arrivato in soccorso, alla dirigente scolastica desiderosa di costruirsi dei meriti politici, il presidente PD della Regione Toscana e il sindaco PD Nardella che, in un post su Instagram, dichiara “Il ministro non si è pronunciato sull’aggressione, dopo il pestaggio di sabato mattina, ci aspettavamo che il Ministro Valditara venisse qui a Firenze a parlare con gli studenti o almeno condannasse l’accaduto. Stamattina, invece, ha offeso la preside del Liceo Da Vinci che ha sollevato con rispetto un dibattito su quello che è successo. Le sue parole oltraggiose – prosegue l’intervento del sindaco – sono inaccettabili per la nostra città e per tutta la comunità scolastica. Valditara si scusi o si dimetta”. Un lampo terribile ha così scosso la placida Firenze. Anche l’Anpi non poteva perdere quest’occasione, ha rimarcato che ”La lettera della preside del liceo di Firenze Annalisa Savino è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L’attacco del ministro Valditara contro di lei è inaccettabile. La velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese”.
Come siano andate veramente le cose non è ancora ben chiaro, di questo ne ha parlato, appena accaduto il fatto, Rita Gaeta, preside del liceo Michelangiolo, che ha dichiarato alla Nazione che nell’increscioso evento “…sono stati coinvolti nostri studenti e una nostra insegnante. Appena ho saputo ho chiamato la Digos che al momento sta acquisendo le informazioni da parte della docente e degli studenti coinvolti. Mi hanno spiegato che i nostri studenti sono stati aggrediti. Sarebbero coinvolte persone estranee alla scuola. E l’insegnante è intervenuta vedendo cosa stava accadendo”.
A questo aggiunge che qualche giorno prima, proprio il suo istituto, era stato tappezzato dentro e fuori di manifesti contro il 41bis all’anarchico terrorista Cospito. C’è poi la dichiarazione di un altro docente appartenente al liceo Michelangelo che, per ragioni di quiete vuole mantenersi nell’anonimato, che si discosta dalla versione dominante, specificando che i ragazzi di destra, nel corso di un volantinaggio, sono stati insultati e aggrediti da quelli del collettivo che stracciavano i loro volantini, da qui la scazzottata.
La diatriba, invece di ridimensionarsi, si allarga coinvolgendo la politica, le ideologie del passato si fondono con quelle del presente e dalle braci sotto la cenere, si infiammano gli animi. Il filo conduttore si perde e gli studenti non sono in grado di capire. Ciliegina sulla torta: i sindacati confederali si inseriscono nel turbine mediatico ed organizzano una grossa manifestazione a Firenze il 4 marzo, in difesa della scuola e della Costituzione. Si fa di ogni erba un fascio: foibe, fascismo, anarchici, terroristi, Cospito al 41 bis. Il “mostro” diventa sempre più grande e insegue i più famosi Carri di Viareggio.
Redazione Scuola
Immagine di copertina: riguarda la manifestazione degli studenti a Firenze. La grande manifestazione indetta contro il fascismo, con tanto di bandiere rosse e della vecchia Jugoslavia (introvabili, non esiste più da oltre 30 anni, recuperate in qualche magazzino del vecchio Pci), inneggiando al maresciallo Josif Broz detto comunemente Tito, il dittatore comunista slavo che aveva gettato in foiba a guerra finita migliaia di italiani e slavi, militari, civili, anti-comunisti e fascisti. La confusione sugli eventi storici di quel periodo è totale (si rimanda a: Giorno del Ricordo: Foibe ed Esuli Giuliano-Dalmati – CIVICA).
Rimane l’oltraggio alle vittime di quei crimini avvenuti alla fine del secondo conflitto mondiale. Su questo dettaglio i politici e i media hanno sorvolato.
Immagine tratta da La Nazione:
Circolare della preside Annalisa Savino del Liceo Leonardo di Firenze: