I mezzi di comunicazione sono quasi monotematici sul green pass. Lungi dal controllare la diffusione del virus e tranquillizzare i cittadini, sta creando grande scompiglio giuridico, dimostrando inefficienze gestionali e amministrative. Nel caso dell’Italia, il dubbio che sorge è che il governo non conosca il nostro paese oppure, finga di non conoscerlo. La notizia di questi giorni riguarda, i variegati comportamenti delle persone di fronte a questo nuovo oggetto di culto: c’è chi si sente sicuro per la propria incolumità, chi lo subisce, chi lo rifiuta cercando strade alternative e chi ne fa richiesta ma non lo ottiene per mille cavilli burocratici. Attorno a questo argomento, e in ogni parte d’Italia, si accende una specie di “guerra” civile a suon di feroci invettive, fra vaccinati che ne hanno diritto e non-vaccinati che non ne hanno. Nel mondo della scuola, da cui provengo, ci sta addirittura chi vorrebbe vedere licenziati o ineffabilmente “dimissionari” quei docenti che ancora non si vaccinano, giudicati eticamente riprovevoli e indegni della professione che esercitano per minaccia e oltraggio alla professione stessa e al pubblico bene. C’è poi chi, sebbene in possesso di documentazione probante, non gli viene riconosciuta l’esenzione utile per possedere il green pass senza ricorso a vaccinazione e a tamponi invasivi, e chi, convinto che sia meglio rischiare di prendersi il virus, essendoci ormai le cure, piuttosto di sottoporsi a uno pseudo-vaccino cerca di superare gli ostacoli e le restrizioni che il governo pone a suon di decreti sempre più restrittivi delle libertà. A rendere alcuni cittadini ragionevolmente dubbiosi sono i richiami all’art. 32 della Costituzione italiana che recita “Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e poi ancora…La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” . Se stiamo a quanto scritto, il governo, con una disposizione di legge potrebbe, imporre la vaccinazione “urbi et orbi”, salvo ovviamente i casi previsti di grave controindicazione specifica senza dimenticare il rispetto della persona. La cosa a questo punto è più complicata del previsto. Forse, è questo il motivo per cui il governo non prende quella decisione nonostante la Costituzione lo consenta: dovrebbe spiegare di che cosa ha paura? In primis del vaccino, per quanto lo ritengano efficace, quali sono i rischi prossimi o remoti?
Forse, teme di essere subissato da richieste di indennizzo per danni, oppure di contraccolpi di tipo elettorale a danno dei partiti di governo. Se così fosse le ragioni di tipo sanitario in prima fila nel pieno della pandemia, lasciano spazio ora a opportunismi politici preoccupati di agevolare guadagni stratosferici alle multinazionali del farmaco. E’ pur vero che la scienza medica, lo dicono clinici illustri, sconsiglia o addirittura rifiuta l’effettuazione di vaccinare durante le epidemie, perché c’è il rischio di potenziare il virus, che muta per difendersi, riducendo o vanificando il trattamento vaccinale. E’ questo il dato clinico che motiva una “coda di paglia” governativa? A questo proposito il governo avrebbe dovuto rispondere ai dubbi crescenti dei cittadini e non trattarli con sussiegosa noncuranza, se non con palese disprezzo. Invece di emanare la legge, il governo ha aggirato il problema partorendo il green pass presentato come una misura di SALUTE PUBBLICA, atta a garantire, oltre alla protezione del vaccinato, quella degli altri cittadini con cui il vaccinato interagisce. Peccato però che dalla “scienza medica ufficiale” sia stata diffusa più volte la notizia che il vaccinato può essere veicolo d’infezione e può nuovamente infettarsi a sua volta, seppure senza conseguenze gravi o letali. All’illusione, che, con due dosi vaccinali, tutto possa tornare come prima della pandemia, subentra la delusione che le cose siano molto più complesse e che il green pass con relativa vaccinazione, costituisca l’ultima spiaggia per i renitenti, i quali se sprovvisti, niente cinema, niente viaggi, niente lavoro e quindi niente stipendio. La storia passata ritorna richiamando in vita una certa “tessera” verde senza la quale, ai tempi del fascismo, nulla si poteva fare, neppure la spesa. I toni sono aggressivi e violenti fra no-vax e si-vax, diventate fazioni. Colpevolizzare i cittadini è un imperdonabile errore. Suscitare odio contro un’opinione diversa, comunque non smentita dalle leggi vigenti, è un altro errore. Un superiore convincimento etico, non bisognoso di una legge specifica, può essere fondato per alcuni, minato alle radici per altri. Dividere per creare alibi, è un cattivo esempio. Cerchiamo di ragionare e ricomporre la convivenza civile.
Vittorio Zedda
Concordo con Vittorio Zedda . Accomunare i no-vax ai terroristi e’ delittuoso . Libero arbitrio in libero Stato . Non esiste piu umanesimo in una societa’ succube da interessi nascosti .