La storia piegata alle convenienze ideologiche

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Una lenta deriva

Non tutte le dittature giungono al potere con la violenza, l’imposizione o le rivoluzioni. Talune arrivano al totale comando di uno Stato in modo subdolo, lento e tenace, in punta di piedi, divulgando con atteggiamento curiale parole confortanti quali democrazia, diritti per tutti, culto dell’antifascismo, garanzia delle libertà costituzionali… Queste dittature conquistano e piegano al loro volere, giorno dopo giorno e nell’ovattato silenzio, ogni luogo istituzionale e di espressione sociale, con strategia subliminale e paziente lavoro di cesello: dalla cultura all’istruzione, dall’arte alla musica, dalla comunicazione all’editoria, fino alla magistratura e al racconto, ideologico quanto opportunistico, della Storia. Esse condizionano il pensiero intellettuale convincendolo che per il benessere sociale tutto debba essere declinato verso il basso, verso ciò che è più accessibile, meno impegnativo, più emotivo e popolare, fino alla banalità, esortando al pietismo generalizzato, all’assenza del merito, della qualità e delle eccellenze, con l’obbiettivo di non offendere nessuno e gratificare anche gli incapaci (ndr.: nella scuola l’ideologia del ‘tutti promossi’). Di tutto quanto detto, con una goccia al giorno, senza sosta, un passo felpato alla volta e un disarmante egualitarismo in ogni evento, mese dopo mese, anno dopo anno, una silente dittatura ci ha anestetizzati, plagiati, “inclusivizzati”, resi convinti sognatori di eteree utopie e vacui valori, di pacifismo astratto, di puro materialismo ed effimero consumismo, di fallimentari integrazioni e di ecologismi impossibili. Il tutto nella totale assenza di spiritualità e Fede. Da silenti dittature, primeggiano nel dare enfasi mediatica soltanto a fatti e misfatti che ad esse portano comodo gioco politico, e annullano dalla memoria collettiva eventi che possano metterle in cattiva luce.

La dittatura subliminale

Nel solo mese di agosto appena concluso, vi sono stati almeno due gravi fatti che nel passato fecero numerose vittime fra gli italiani, ma che la dittatura subliminale non ricorderà mai:

– il primo caso è dell’8 agosto 1944, ottanta fa a Milano in viale Abruzzi al n.77 (ridosso piazzale Loreto) due bombe collocate dai G.A.P. (1), sotto un camion tedesco che sta distribuendo generi alimentari alla popolazione, esplodono uccidendo 10 cittadini fra cui un ragazzino di 12 anni. Sarà questa inutile strage[2] dei partigiani comunisti a provocare la fucilazione di 15 civili il 10 agosto in piazzale Loreto. Evento che, a differenza di viale Abruzzi, verrà ricordato ogni anno.

– il secondo caso è quello di Vergarolla a Pola (Istria), il 18 agosto 1946 (Civica l’ha ricordato recentemente in questo articolo di Tito Sidari). Sulla spiaggia vi sono numerose famiglie con donne e bambini. Sono quasi tutti italiani. Poi una serie di ordigni deflagra provocando oltre cento morti. Una strage ignobile, presumibilmente ideata dai comunisti di Tito che intendono favorire l’esodo degli italiani dall’Istria.

Ad un certo tipo di “dittatura subliminale” non fa comodo ricordare questi poveri connazionali. Tale drammatica dittatura, che in Italia ha progressivamente preso possesso dei cervelli più influenzabili e condizionato generazioni di giovani dal 1968 ad oggi, lo possiamo assicurare con assoluta certezza, non è di ‘destra’… È il ben realizzato progetto di Antonio Gramsci.

       Daniele Carozzi

 


[1] Gruppi d’Azione Patriottica – GAP | ANPI

[2] In viale Abruzzi 77, l’8 agosto 1944, due bombe con scoppio ritardato a tempo, collocate dal Gap Walter ad un camion tedesco, uccisero 10 cittadini milanesi e ne ferirono altri 17, in particolare nel secondo scoppio programmato per colpire i soccorritori. Dal 1945 sono doverosamente commemorati, a Milano, in piazzale Loreto, i 15 partigiani ivi trucidati per ordine dei tedeschi, il 10 agosto 1944. Da altrettanto tempo non sono mai stati ricordati, neppure un cenno, i cittadini milanesi che persero la vita a causa di un attentato dinamitardo ad un camion e rimorchio tedeschi, avvenuto l’8 agosto 1944 in viale Abruzzi, attentato che innescò la rappresaglia e l’uccisione dei 15 martiri partigiani. Il silenzio era ‘giustificato’ dal fatto che nessuno aveva rivendicato l’attentato!


L’ Associazione SpazioStoria ha comunicato che, dopo studi e ricerche mirati, è riuscita ad identificare esattamente i morti e i feriti in quel tragico evento e gli attentatori: i partigiani Gap del Distaccamento Walter (notizie note alle Autorità competenti dal 2020).

Dal 2021 il sindaco Sala ha ignorato le richieste di commemorare, in piazzale Loreto, anche le 10 vittime innocenti di viale Abruzzi.

Il riferimento bibliografico è al libro di Pierangelo Pavesi “Le vittime dimenticate”, Ritter, Milano.

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