Abstract
Il discorso conclusivo del 2021 del Presidente della Repubblica
Ha toccato il tema del COVID19:“…I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa…”. In pratica, nonostante lo scudo del farmaco, si è vulnerabili. Mattarella, lanciando il messaggio, ragiona sulla base di numeri reali. Occorre ricercare questi dati. L’Istituto Superiore della Sanità nell’ultimo Bollettino 2021, del 28 dicembre, fornisce un quadro completo (tabelle n.5 e n.6) sui nuovi gruppi sociali ridisegnati dall’azione sanitaria: vaccinati completi con terza dose booster (5,6 milioni), vaccinati completi da più di 120 gg. (26,3 milioni), vaccinati completi con meno di 120 gg. (13,6 milioni), vaccinati incompleti (1,5 milioni), non vaccinati (6,9 milioni). I diagnosticati positivi nell’ultimo mese (tab. 5) sono oltre 570mila persone. Tra questi solo 170mila sono ‘non vaccinati’. I positivi vaccinati sono tanti, specie quelli che hanno superato i 120 giorni dall’ultima dose, per cui si spiega la necessità di una terza dose ‘booster’ di sostegno e forse di altre successive.
Ha senso la stretta del Governo?
Dai dati dell’Istituto S. Sanità si rileva che i positivi al COVID19 sono per il 75% asintomatici e per un 20% con lievi sintomi. Sui gruppi di positivi, da un punto di vista statistico, il confronto va fatto utilizzando i tassi, calcolati su 100mila abitanti (tab. 6), dove si vede che i tassi di mortalità sono bassi, al massimo 3 decessi su 100mila persone, nel gruppo di età tra i 12 e 59 anni. Il pericolo è certamente presente per le classi di età molto avanzate, oltre gli 80anni. Il tasso di mortalità dovuto alla normale influenza è stimato in 25 decessi ogni 100mila persone nelle stagioni influenzali 2016/2018 secondo la rete EuroMOMO. Allora, cosa c’entrano gli studenti e i lavoratori? Il Governo dovrebbe valutare i dati prima di imporre l’estensione del super green pass a tutti i lavoratori, visto che la pretesa non ha giustificazione nei numeri, ma solo politica. Ultima nota, i tassi di ‘positività’ tra i vari gruppi sono differenti, ma della stessa grandezza numerica: 2.760 per i non vaccinati e 1.209 casi/per 100mila tra i ‘vaccinati con dose booster’. Una differenza che non può giustificare alcuna stretta sanitaria.
Ultimo dell’anno sera, ora di cena, in tanti ci siamo accomodati in poltrona per sentire il discorso del Presidente della Repubblica conclusivo del 2021 e del settennato. Un classico appuntamento reso gradevole dalla capacità di sintesi di Sergio Mattarella. Il discorso completo è disponibile sul sito del Quirinale. Dopo una breve introduzione tocca il tema del COVID19:
“In queste ore in cui i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus – imprevedibili nelle mutevoli configurazioni – si avverte talvolta un senso di frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto.”
Vero, non dobbiamo scoraggiarci, vero che le varianti siano imprevedibili nel loro sviluppo, visto che è stato predisposto un ordinato sistema di classificazione utilizzando l’alfabeto greco. Si è partiti dalla prima famigerata versione base, per arrivare dopo qualche mese alla Δ ‘delta‘, che è la 4° lettera; ora si parla della variante Ο ‘omicron‘, che utilizza la 15° lettera. Il salto dal 4° al 15° posto probabilmente indica che stanno girando parecchie altre varianti, che vi è grande velocità di mutazione nel virus. Il presidente Mattarella prosegue con una affermazione che, almeno nelle sue intenzioni, dovrebbe rincuorare gli Italiani:
“I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri.”
Ammetto di aver avuto un attimo di incertezza, una reazione istintiva al pensiero “…non perché garantiscano l’invulnerabilità”, è una negazione, quindi afferma che si è vulnerabili, si può essere feriti nonostante lo scudo del farmaco. Questa frase è utilizzata da una persona colta, un giurista molto preparato, che sicuramente ha in mano i numeri reali della situazione, per cui è certamente il passaggio principale del discorso di fine anno, quasi un messaggio in codice a chi vuol capire. La frase non è sfuggita ai critici di professione, come Nicola Porro che scrive (Se n’è accorto pure Mattarella: i vaccini falliscono – (nicolaporro.it) :” …noi lo sapevamo: la punturina anticovid non è la panacea di tutti i mali e va accompagnata con le cure domiciliari, con la ricerca per gli antivirali e con tutto quello che occorre. Il vero errore, fatto dai sacerdoti della liturgia del terrore, è stato quello di santificare il vaccino per ritrovarsi nella malta quando Omicron ha iniziato a bucare le due dosi in appena quattro mesi. La pandemia dei no vax si è trasformata nella pandemia dei vaccinati.”
A questo punto c’è bisogno dei dati, quelli che il Capo dello Stato avrà visto prima di scrivere il suo discorso. Prima di dare il via all’operazione ricerca, può essere utile sentire cosa dicono oltreoceano. In un articolo del 17 dicembre apparso sul sito della Johns Hopkins Bloomberg Scuola di Salute Pubblica di Baltimora (USA) dal titolo
due medici specialisti, Anna P. Durbin e William John Moss Direttore Esecutivo International Vaccine Access Center, rispondono ad alcune domande sulla variante ‘Omicron’. L’intervistatrice rileva che stiamo solo sentendo parlare della variante ‘Omicron’ e chiede: cosa sappiamo dei vaccini e di questa nuova variante, che ha molte mutazioni?
“Sappiamo che la variante ha mutazioni multiple, ma voglio sottolineare che è ancora la proteina spike di SARS-CoV-2. Quindi, anche se ci sono molte mutazioni, ci sono così tante parti della proteina che sono le stesse che sono contenute nel vaccino. Stiamo prevedendo che gli anticorpi non neutralizzano o uccidono il virus così come potrebbe [uccidere] il ceppo originale, ma le persone avranno quella che chiamiamo “memoria” perché sono state vaccinate. La risposta immunitaria di una persona riconoscerà parti del virus dell’omicron e ciò fornirà una certa protezione: semplicemente non sappiamo quanto.
Stiamo ancora aspettando che arrivino i dati per vedere quanto siano gravi le infezioni da omicron sia nelle persone vaccinate che in quelle non vaccinate e quanto sia trasmissibile [la variante].”
Domanda: quello che stiamo sentendo è che dovremmo tutti correre fuori e ottenere booster ora che l’omicron è qui ?
“Non sappiamo quanto durerà la protezione da un booster, ma penso che sia un suggerimento ragionevole in assenza di prove reali, e avremo alcune di queste prove nelle prossime settimane.”
Una situazione molto imbarazzante, pensando che il virus Sars cov2-19 è certamente partito da un gigantesco laboratorio cinese, che ha raccolto finanziamenti pubblici e privati da mezzo mondo, dopo due anni ne sappiamo ancora poco. Almeno, ufficialmente è così. Sarà vero?
Possiamo solo andare alla ricerca di dati che possano aiutare a capire la situazione, come quelli presentati dall’Istituto Superiore della Sanità. Nel suo ultimo Bollettino del 2021, compilato il 28 dicembre, aggiornato il 31.12, espone i dati nazionali riassuntivi in due tabelle – la n.5 e n.6 – molto interessanti, che ci permettono di capire meglio come sono composti i nuovi gruppi sociali ridisegnati dall’azione sanitaria del ministro Speranza:
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vaccinati completi con booster
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vaccinati completi con scadenza di 120 gg. superata
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vaccinati completi con meno di 120 gg.
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vaccinati incompleti
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non vaccinati
Quanti sono e come hanno reagito al Covid19, lo si può vedere in questa porzione della tabella 5 del bollettino I.S.S.:
I dati sono molto esplicativi, parlano da soli, i vaccinati infettati sono tanti, specie quelli che hanno superato i 120 giorni dall’ultima iniezione. Questa è la spiegazione tecnica della necessità di una terza dose ‘booster’ (dall’Oxford English Dictionary: si tratta di una dose di vaccino che accresce e rinnova gli effetti di un’inoculazione precedente). Il numero di infettati vaccinati è superiore a quello dei non vaccinati, però da un punto di vista statistico metodologico, il confronto andrebbe fatto a parità di gruppi e di condizioni (il gruppo dei vaccinati solo in pochi casi è costretto ai test di diagnosi, mentre i non vaccinati sono molto più controllati e testati). In prima battuta si può ovviare con i numeri indice – tassi – rapportando tutti i dati sulla stessa base di riferimento, in questo caso 100mila abitanti. La tab. 6 riporta i tassi di confronto:
La tabella è ricchissima di informazioni, per cui ognuno può trarre il pezzo che più gli interessa. Il ministro Brunetta dovrebbe studiarla bene prima di chiedere l’estensione del super green pass a tutti i lavoratori, visto che la pretesa non ha alcuna giustificazione scientifica, vuol dire che la motivazione è solo politica.
Segnalo solo che i tassi di “positività” tra i vari gruppi sono purtroppo della stessa grandezza numerica. Come i tassi di mortalità fino a 39 anni, che fortunatamente sono bassissimi, a segnalare che il pericolo è solo per alcune classi di età, molto avanzate, che certamente non sono gli studenti e i lavoratori.
Daniele Vittorio Comero
PS.: il grafico messo in evidenza in testa all’articolo riporta l’andamento della mortalità settimanale in Italia, negli ultimi anni, fino a Natale2021,
la linea spezzata evidenzia l’eccesso/difetto rispetto al valore medio degli ultimi anni. Si vede bene che la mortalità è perfettamente normale per il periodo in corso e che siamo in attesa del solito picco influenzale.
Dati di confronto con l’influenza stagionale:
https://vaccination-info.eu/it/schede-informative-sulle-malattie/influenza
Secondo le stime, nei paesi dell’UE/SEE che partecipano alla rete EuroMOMO il tasso di mortalità dovuto all’influenza è arrivato a 25 decessi ogni 100.000 persone nelle stagioni influenzali 2016/2017 e 2017/2018.