Il “sogno” di molte donne

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Siamo in una brutta fase economica aggravata dall’emergenza sanitaria per il virus pandemico. Però, nella confusione mediatica pochi si sono accorti della sottostante crisi demografica, di cui non si parla. I dati diffusi dall’Istat dicono che si sta andando verso un inverno demografico, a causa della forte riduzione delle nascite. Si è passati rapidamente da un livello di 600mila nascite annue ai 435mila nel 2019, contro 647mila decessi. Le simulazioni demografiche per la sostenibilità nel tempo del nostro sistema di welfare indicano scenari difficili. Gli esperti sono preoccupati la politica fa finta di non vedere: G. Blangiardo, presidente dell’Istat, ritiene che il COVID19, con tutte le angoscie che si porta dietro, possa far precipitare ulteriormente la natalità nel 2021 rompendo il muro delle 400mila nascite. Un disastro peggio del COVID19, che è una tempesta, che ha colpito soprattutto gli anziani, oltre alle donne, nel profondo, per l’incertezza economica e la paura sul futuro. Anche adesso la situazione è descritta volutamente come molto grave sottacendo che a livello internazionale il pericolo di una epidemia è misurato con la mortalità aggiuntiva, rispetto alla media degli ultimi anni. Ebbene, il danno reale calcolato per questo virus, per ora, è simile a quello del 2015: da gennaio a settembre circa 40mila morti in più. Da giugno la mortalità aggiuntiva è praticamente rientrata in Italia e in tutta Europa, salvo in alcune limitate zone. I numeri ci dicono che i bambini, i ragazzi e i giovani adulti non hanno avuto danni, perchè più forti fisicamente. Quasi tutto il peso dei decessi si è scaricato sugli anziani della quarta età. Purtroppo, si insiste a tenere l’allarme al massimo, creando condizionamenti negativi sulle donne che possono portare al rinvio della decisione di avere un figlio o, peggio ancora, di sospendere il concepimento. A reti unificate i TG diffondono numeri come pietre, mentre sui siti e le pubblicazioni specializzate i dati reali sono completamente diversi. Si osserva anche un crescente livello di infertilità nelle coppie, dovuto allo stress, all’inquinamento, all’alimentazione o alterazioni patologiche. Un’infertilità di coppia che in un buon 30% dei casi è dovuta all’uomo, per molte donne la maternità – la paternità per l’uomo – rischia di diventare un “sogno”.

Così il danno della crisi demografica diventa permanente.

Proprio oggi a Bari si è concluso il congresso internazionale SIGO, che riunisce ginecologi e ostetrici, con il titolo “The Pelvis as a mother” dedicato a questi temi. E’ stata ricordata la figura del grande ginecologo appena scomparso prof. Carlo Flamigni di Bologna, antesignano della medicina della Riproduzione e testimone in molte battaglie per i diritti civili. Due giorni dedicati ai problemi del parto, alle cure dell’infertilità e alla procreazione assistita. L’animatore scientifico è stato Giuseppe D’Amato, che dirige il maggiore centro pubblico di PMA, procreazione assistita, in Puglia, a Conversano.

Abbiamo chiesto al prof. D’Amato che cosa sia emerso dai lavori presentati e dalle discussioni tra voi specialisti?

C’è stata una sinergia tra i maggiori esperti di Medicina della Riproduzione del nostro Paese, che hanno dibattuto sulla crisi demografica italiana, anche alla luce della presente pandemia. Il Congresso è stato importante, “in presenza”, con alcuni contributi in conference call. Personalmente ho affrontato il setting nella Induzione della Super Ovulazione. E’ stata rilevante la sessione riguardante la Preservazione della Fertilità nei soggetti portatori di tumori. Alessandro Cecchi Paone ha magistralmente condotto la sessione dedicata alla prospettiva riproduttiva del nostro Paese.”

Sessione nella quale è emersa la necessità di avere una maggiore cura dei concepimenti, di favorirne una positiva conclusione. Per il desiderio di maternità di molte donne che incontrano difficoltà, che cosa è possibile oggi?

Molte soluzioni, per questo è stato dato grande rilievo alla necessità di promuovere le tecniche di PMA – procreazione medicalmente assistita – nei Programmi di Prevenzione, attraverso le necessarie sinergie tra pubblico e privato. C’è la speranza che i fondi europei vengano utilizzati per un Programma di Promozione della Genitorialità Responsabile. Agli occhi dei convegnisti è una soluzione auspicata quanto spinta dall’emergenza demografica costituitasi in questi anni. Noi medici siamo pronti! Ora tocca alla Politica.”

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