Nuove foibe sono state scoperte in Slovenia, così finalmente anche quelle povere vittime potranno avere una degna sepoltura e un funerale. I resti di 250 persone trucidate ed infoibate sono stati scoperti e recuperati i in Slovenia, tra Lubiana e Zagabria, nell’area di Veliki Rog e Stari Zag, nelle immediate vicinanze di un vecchio ospedale partigiano. Il quotidiano Avvenire riporta la notizia diffusa in questi giorni dalle Autorità slovene.
Il luogo è stato individuato ai primi di luglio da un gruppo di speleologi che ha fatto il primo ingresso nella voragine autorizzati dal Governo sloveno che aveva incaricato una Commissione specifica per l’individuazione delle fosse comuni della seconda guerra, presieduta dallo storico Jože Dežman.
Tra le vittime di quest’ultima tragica scoperta, secondo quanto emerso dall’analisi antropologica preliminare effettuata dalla predetta commissione, ci sarebbero oltre un centinaio di ragazzini tra i 15 e i 17 anni, almeno 5 sarebbero donne adulte, trascinati a centinaia sull’orlo della Foiba e lì massacrati a colpi di fucile. I più fortunati precipitarono già morti nel vuoto, per gli altri una lunga agonia pose fine alla tortura. Ritrovata anche una grande quantità di bossoli, segno di una crudele esecuzione, eseguita a più riprese, come evidenziato dai vari strati di cadaveri.
Si allunga la fila dei crimini perpetrati da Tito, oltre quelli sul confine orientale d’Italia nel settembre 1943 in Istria dove è ormai nota la trista vicenda della giovane studentessa Norma Cossetto, violentata e trucidata dai partigiani e in seguito gettata sanguinante nella foiba di Villa Surani, nei pressi di Castellier, in Istria. A cui va aggiunta la lunga testimonianza di Graziano Udovisi, infoibato nel 1945 a guerra finita, miracolosamente sopravvissuto, la cui testimonianza è stata contestata dai negazionisti, come frutto di fantasia.
Ai racconti degli Esuli, si aggiungono ora, in seguito a queste ultime scoperte, reperti delle vittime, immagini dei ritrovamenti che vanno a supportare la già abbondante documentazione storica completandone la memorialistica.
Quanto ai responsabili di questo ultimo eccidio, il capo delle indagini di polizia, Pavel Jamnik, , “ha dichiarato che incrociando dati e testimonianze sull’attività partigiana in quella zona, la responsabilità dell’eccidio è da attribuire all’OZNA, la polizia segreta jugoslava costituita da comunisti partigiani, incaricati della sicurezza interna dei territori ‘liberati’ durante la seconda guerra mondiale in Jugoslavia”.
La “foiba dei ragazzini” non fa altro che dimostrare che nelle intenzioni di Josip Broz detto Tito non ci furono solo questioni politiche ma fu un vero e proprio genocidio, crimini di guerra contro civili inermi, donne, giovani e ragazzi. Nei giorni scorsi molti politici hanno chiesto la rimozione delle onoreficenze a Tito.
E’ ormai palese come sia imbarazzante mantenere a Tito l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana, a suo tempo assegnatagli dal presidente Giuseppe Saragat, non c’è né ci può essere alcuna giustificazione né ragion di Stato che tenga.
In ogni caso la Gran Croce non va con la svastica e neppure con la falce e il martello.
Luciano Garibaldi