A inizio giugno 2023 il Congresso e il Senato degli Stati Uniti hanno accontentato il presidente Biden permettendogli di alzare ancora di più il Debito Pubblico USA, oggi a 31.400 miliardi, 31,4 Trilioni, di dollari, sospendendo il tetto massimo per 19 mesi. Risultato: Biden potrà continuare a prendere in prestito dollari fino a gennaio 2025. Dopo, si vedrà. Il Debito USA, arrivato al 129% del PIL (andamento storico nel grafico, fonte Ispi), si stima che potrà salire fino al 138%.
Nel mondo, la somma dei Debiti è superiore a 3-4 volte il PIL complessivo mondiale, con il Giappone oltre il 220% e la Cina sul 260%. Uno scenario, dove i “rigoristi “di Bruxelles, esponenti di Paesi minori, come Olanda e Finlandia, fanno la figura di vecchi ragionieri dell’Ottocento. Si parla da anni di un imminente collasso del sistema monetario, che potrebbe essere il risultato di una commedia degli errori attuata dai Governi dei Paesi occidentali, come pure molti altri, dopo la seconda guerra mondiale, adottando la teoria economica keynesiana. Keynes suggeriva di spendere in deficit durante una recessione economica per compensare il calo della domanda aggregata perché le persone non spendevano, ma erano propense ad accumulare denaro in tempi di incertezza.
Il problema è che i Governi hanno fuso il Deficit Spending con obiettivi “sociali” (o di potenza) che derivavano da idee di social marxismo illuminato, come le Pensioni e la Sanità garantite dallo Stato, i trasporti a costi minimi, l’istruzione dei giovani praticamente quasi gratuita. Negli USA, la maggior parte del Deficit spending è concentrata nelle forniture e la gestione delle Forze Armate, per cui Governi hanno iniziato a fare deficit di spesa ogni anno. In più, dal 1946, hanno creduto ciecamente nella “Teoria quantitativa della moneta” che affermava che un aumento dell’offerta di moneta sarebbe stato inflazionistico. Di conseguenza, invece di emettere direttamente nuova Moneta per coprire i Deficit annuali, hanno preferito prendere denaro in prestito dal Mercato e dall’Economia piuttosto che stampare nuovi soldi, promettendo interessi annuali a chi li acquista.
Un esempio per assurdo: un Governo vuole costruire un’autostrada che costa 3 miliardi di euro. Invece di stamparli e costruire, emette BTP al 3%, che le Banche comprano, danno i soldi al Governo che procede. Questo è proprietario dell’autostrada, ma deve ancora soldi e interessi alle banche, che deve recuperare con i pedaggi. Poi accetta un’offerta e dà la concessione a un privato, sperando di incassare qualcosa, che normalmente non copre debito e interessi. Insomma, la credenza, rivelatasi falsa, era che così i Governi avrebbero potuto poter spendere senza creare inflazione. Occorre considerare che i Titoli di debito sono una garanzia per i prestiti: in effetti un privato con un risparmio di 100.000 $ di Titoli può chiedere una linea di credito di importo equivalente, quindi praticamente la quantità monetaria può raddoppiare. Quindi, in effetti, il Debito è stato trasformato in denaro che ora paga gli interessi, alla faccia della Teoria Quantitativa della Moneta. La partita tra Deficit e Debito si gioca in tre: il Governo emette Titoli promettendo interessi, la Banca Centrale fissa il tasso primario del denaro, che più o meno regola gli interessi e gli acquirenti che comprano i Titoli. Inoltre i Governi non sono esenti da stupidità, come il bloccare l’economia per COVID, così l’escalation dei debiti nazionali è stata folle. Questo ha aggiunto stress al sistema monetario perché nel giro a tre (Governo, Banca Centrale e Mercato) il Governo deve avere capacità di vendere il proprio debito. Ovviamente, per vendere, i Governi promettono alti interessi: come li ripagano? Indebitandosi ancora, emettendo altri Titoli di Debito. Il sistema è vittima dell’anatocismo (n.d.r. interessi sugli interessi). Il Debito Pubblico dei Paesi Occidentali è costituito per il 60-75% dagli interessi accumulati, che per essere ripagati, richiedono altro Debito. Ma andiamo dalla parte dell’acquirente. Il giro del Debito inizia fra i Governi e i Primari dealers (Fondi, grandi Banche internazionali, Finanziarie, etc.) che comprano i Titoli e poi li rivendono a cascata alle Banche commerciali, che poi, se possono, o li tengono incassando interessi, oppure li rivendono ai privati cittadini investitori o risparmiatori. Ma nell’ambito di questo sistema, se i Primari dealer non sono abbastanza grandi da acquistare continuamente debito pubblico e non hanno la certezza di poterlo rivendere a cascata, perché il mercato non lo assorbe, come fanno le Banche a comprare Titoli di Debito?
Usano i soldi dei risparmiatori, in parte, rispettando il vincolo di legge, ma in parte anche creando denaro dal nulla, bilanciato dalla posta all’attivo del Titolo e degli interessi e garantito dal Governo. Poi, può succedere che la FED alzi gli interessi sul $, allora i cittadini vanno a ritirare i loro soldi dalla Banca per avere un migliore rendimento. Però, la Banca per fare contante deve vendere Titoli che prima rendevano l’1%, ora in un mondo dove improvvisamente il tasso di ’interesse è salito al 5% tutto cambia. Quello che valeva 100, al mercato oggi vale 80, perdita di 20 per la Banca che allora fallisce. Tanti saluti alla Silicon Valley Bank!
Oggi la Guerra Ucraino-Russa richiede quantità illimitate di denaro da consegnare all’Ucraina, sia in mezzi come in sostegno dei pagamenti interni. Tutti soldi prodotti emettendo Debito. E se i Primari Dealers non sono così grandi da assorbire tutti questi debiti? L’unica opzione è che le Banche Centrali devono monetizzare il debito acquistandolo perché non ci sono acquirenti nel mondo reale. Ciò vanifica l’intero scopo del prestito che avrebbe dovuto essere meno inflazionistico. Quindi le Banche Centrali avranno in portafoglio i Debiti dei Governi. Ne consegue che i Governi devono aumentare drasticamente le tasse per evitare che il sistema crolli. Tutto questo per mantenere il potere finché non costringono il popolo a sollevarsi, come spesso accade, con una rivoluzione. Quasi tutte le rivoluzioni della storia sono iniziate con la tassazione. L’alternativa è un Grande Reset, e nulla lo provoca meglio di una Guerra, tutti i debiti monetari si cancellano e si riparte da zero. Peccato per quelli che ci rimetteranno (la pelle, i soldi…).
Fabrizio Gonni
Laurea in Ingegneria, MBA Economia Aziendale. Componente ISPG, Istituto Studi Politici Giorgio Galli. mail: gonni@istitutostudipolitici.it
P.s.: Attenzione alle date:
– l’inflazione negli USA era salita negli anni del COVID, per via della restrizione delle importazioni e della confusione nella catena di distribuzione (supply chain);
– Powell, presidente della FED, non fece nulla per due anni, dicendo che era “temporanea”.
– inizia ad aumentare i tassi monetari dal febbraio 2022, all’avvio della guerra in Ucraina, per arrivare al 5% attuale.
Conclusione: sono le guerre che scatenano l’inflazione, per via di tutti quei miliardi buttati nel “buco nero “del conflitto, invece che nell’economia sana.