Le guerre sui civili continuano: nel ‘44 a Milano, oggi a Gaza

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Sosta commosso ai piedi del Monumento, costituito da una Statua bronzea che rappresenta una madre con il bimbo tra le braccia, recentemente riconosciuto dal Ministero della Cultura quale opera d’arte nazionale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È il riconoscimento ufficiale della tragedia alla scuola elementare di Milano, quartiere Gorla, dopo ottant’anni da quell’infausto 20 ottobre 1944. Il fatto storico, finora oscurato nella memoria, si avvia finalmente ad entrare nei testi scolastici nel novero degli eccidi sui civili avvenuti nella Seconda Guerra mondiale; c’è anche una proposta di legge della sottosegretaria del MIM Paola Frassinetti di istituire la giornata per il Ricordo dei Piccoli Martiri. Il presidente Mattarella è stato accolto quasi con stupore dai pochi sopravvissuti, un regalo tanto atteso da loro, ricevuto proprio quando le speranze erano quasi scemate. Gorla ha avuto, qualche giorno prima della commemorazione, un segno dalla massima autorità dello Stato, un gesto che aiuta a lenire la ferita che ha lasciato la morte di 184 bambini, i Piccoli Martiri, in pochi secondi una generazione del quartiere è stata azzerata. Una tragedia accaduta alla fine della seconda guerra mondiale quando, in una tarda mattinata di sole, a guerra che si pensava essere ormai alla fine, una squadriglia di aerei Alleati decise di scaricare sulla città, nei quartieri milanesi di Gorla e Precotto, 80 tonnellate di bombe;  una si infilò nella tromba delle scale della scuola elementare Francesco Crispi, ponendo fine alla vita di 184 bambini  tra i 6 e gli 11 anni,14 insegnanti, la direttrice, 4 bidelli e un’assistente sanitaria rifugiati nelle cantine.

 

L’omelia dell’arcivescovo di Milano, Mario Enrico Delpini, è stata toccante, ha ricordato le lacrime perpetue dei genitori delle piccole vittime e il sacrificio vano della loro vita se ancora oggi, in altre parti del mondo, l’eccidio continua:”…I piccoli Martiri di Gloria – ha rimarcato Delpini – che si aggirano nella nuova Gerusalemme cantano e piangono la tragedia che non finisce mai se ora, da altri angoli della terra, i potenti, con figli e famiglia, seduti intorno a un tavolo, scelgono di far morire i bambini degli altri.

Parole che denunciano il cinismo di chi detiene il potere delle armi, una realtà che non può essere ignorata nelle guerre attuali dove i bambini in molti angoli della terra, vengono uccisi e trucidati da bombe nemiche, come negli assalti alle scuole e negli ospedali della martoriata e stremata Gaza.

Ancora nel 2024 il numero dei bambini uccisi sotto le bombe non si contano nel territorio della Striscia ormai raso al suolo con una violenza che sembra non avere mai fine. I rappresentanti delle istituzioni, nel corso della cerimonia di Gorla, non hanno potuto mancare di far riferimento ai bambini martoriati dalle guerre attuali, il sindaco Giuseppe Sala ha sottolineato l’importanza di perseguire la pace anche attraverso la preghiera dei credenti.

La cronaca però, cruda e cinica, traccia un quadro spietato di ciò che stanno compiendo ogni giorno nel mondo, della violenza spropositata sui civili; non sono certo il frutto di errori umani, ma un enorme crimine contro l’Umanità di cui Gorla ne ha solo anticipato le modalità e i tempi.

Tenere vivo il ricordo di ciò che accadde è importante, per maturare la capacità di analisi del presente, per fornire alle giovani generazioni la forza di cambiare una gestione del potere politico mondiale indifferente alla salvaguardia della vita degli innocenti.

 Rossana B. Mondoni

Docente di filosofia e storia

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