Il legame tra Trump e Socrate

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Le  statistiche possono salvarti la vita

La foto di Trump in piedi insanguinato contro un cielo azzurro e terso, con quattro agenti dei servizi segreti che lo abbracciano, sarà ricordata per sempre(1): con il pugno destro alzato verso il cielo, ha ripetuto alla folla “combatti“. “Quella statistica che stavo esaminando dal palco mi ha salvato la vita”, lo ha dichiarato[2] Donald Trump, rivelando il dettaglio che gli avrebbe salvato la vita durante l’attentato a Butler. “Se non avessi indicato quel grafico quel proiettile mi avrebbe colpito dritto in testa”.

Democrats

I Democratici americani hanno odiato quest’uomo perché non è uno di loro e perché ha promesso di “prosciugare la palude”, quell’insieme di relazioni nebulose e oscure, favoritismi, lobbysmo e sottogoverno delle Agenzie concentrate a Washington. Nell’immagine in copertina sembra che Trump guardi oltre quel momento, verso il futuro che attende gli USA e il mondo in guerra. L’uomo che ha tentato di uccidere Trump ha fallito, ma ha creato un momento che sarà ricordato nei tempi. Questa sta rapidamente diventando l’immagine indelebile non solo della campagna di Trump ma anche della nostra società Occidentale politicamente lacerata, portata sull’orlo estremo della crisi politica e del conflitto militare, con il rischio dell’opzione nucleare. Se si rivedono gli ultimi due secoli della storia degli USA e dell’Europa, si vede che l’idea stessa di assassinare leader politici o personaggi chiave dei governi, come il presidente Lincoln e il presidente McKinley era parte di una tendenza internazionale iniziata nel corso dell’Ottocento e durata fino ad oggi[3] che enfatizzava la teoria secondo cui per innescare una rivoluzione era necessario un atto drammatico.

Forse, il primo teorico ad essere associato a questa nuova filosofia politica radicale che utilizza l’assassinio come arma politica, fu il socialista nazionalista mazziniano italiano Carlo Pisacane[4], Egli scrisse nel suo “Testamento Politico” (1857) che “le idee nascono dalle azioni e non il contrario”. Un altro anarchico di quel secolo che fu forse la figura più influente del movimento anarchico e uno dei principali fondatori della tradizione “anarchica sociale” fu Mikhail Bakunin[v] (1814–1876). In Russia il movimento anarchico era conosciuto come Narodnaya Volya (Volontà popolare). Questo gruppo anarchico rivoluzionario fu ispirato da Sergei Nechayev (1847–1882) e dal teorico della “propaganda attraverso le azioni” Pisacane. Il gruppo russo maturò idee che miravano all’uccisione dei “leader dell’oppressione” come la via giusta per tutti i movimenti politici di piccoli gruppi non riconosciuti quando volevano ricorrere alla violenza. Usarono anche esplosivi come la dinamite. Il ​​13 marzo 1881 assassinarono lo zar russo Alessandro II (1818-1881) con una bomba che uccise anche l’aggressore dello zar. Anche nel resto dell’Europa ci furono violenze politiche. Nel 1893, Auguste Vaillant (1861-1894), un anarchico francese, tirò bombe nella Assemblea nazionale francese il 9 dicembre di quell’anno. Il movimento anarchico si espanse come un contagio, diffondendosi di nazione in nazione e oltreoceano. Tra il 1894 e il 1896, durante il declino economico, il presidente francese Marie Francois Carnot, il primo ministro spagnolo Antonio Cánovas del Castillo e l’imperatrice austro-ungarica Elisabetta di Baviera furono uccisi dagli anarchici, come Bresci che sparò uccidendo Re Umberto I in Italia (1900), sostenendo di vendicare così la strage dei cannoni di Bava Beccaris del 1987. William McKinley, il 25° presidente degli Stati Uniti, fu assassinato il 6 settembre 1901, sul terreno dell’Esposizione Panamericana a Buffalo, New York. Stava stringendo la mano al pubblico quando Leon Czolgosz[6], un anarchico, gli sparò all’addome. Nel 1901, la Corte Suprema di New York stabilì che il definirsi come anarchico in pubblico costituiva una violazione della pace. Il 28 giugno 1914, il nazionalista serbo Gavrilo Princip sparò e uccise l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sophie, a Sarajevo. La Bosnia-Erzegovina era stata annessa all’Austria-Ungheria pochi anni prima contro la volontà della vicina Serbia. Questo focolaio scatenò la I Guerra mondiale circa un mese dopo l’assassinio. Tornando in Italia, nel ‘900, abbiamo poi avuto due attentati contro Mussolini (uno sventato e uno mancato) il rapimento e l’assassinio di Matteotti, un attentato a Togliatti, ferito. Poi, nel dopoguerra, altri assassinii di esponenti politici o funzionari dello Stato: Piersanti Mattarella, il generale Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, l’uccisione di Enrico Mattei. Casi dove è da escludere il movente anarchico, con il fenomeno delle Brigate Rosse, con i loro vari omicidi, culminati nel rapimento e l’omicidio di Aldo Moro.  C’è da chiedersi se tutte queste “azioni radicali di omicidi politici o meno” abbiano avuto effetti importanti nell’evoluzione della politica della società. Purtroppo, in molti casi la risposta è affermativa[7]. Oggi esiste una frattura e divisione politica tra sinistra e destra in Occidente iniziata in sordina nel 2007. Questa frattura diventa sempre più violenta, a causa degli eventi del 2014 e 2015: scontri in Ucraina, l’ISIS in Medio Oriente, la guerra civile in Siria e la decisione della Merkel di accogliere i migranti siriani fuggiti attraverso la Turchia. Dal 2015 il flusso dei migranti è molto aumentato, sia in Italia che in Europa, per non parlare negli USA. L’economia e la finanza dell’Occidente sono state caratterizzate dal predominio delle Corporation multinazionali nelle politiche della UE e dalla concorrenza cinese. La piccola imprenditoria e l’artigianato stanno scomparendo, le retribuzioni dei lavoratori tradizionali sono basse.  In compenso i Debiti Pubblici degli USA e dell’Europa hanno raggiunto livelli stratosferici, anche per il costo dei blackout per Covid. I liberal e i progressisti sono orientati sulla green culture, sul Build Back Better, sulla Cancel Culture, sul mito del Forum di Davos di creare una “Stakeholder Economy”, dove le multinazionali dovrebbero svolgere assistenza sociale, esautorando gli Stati.

Ora, la parte politica dominante chiede sempre più spesso la censura di chiunque non sia d’accordo con le proprie visioni. Ciò mette fine alle fondamenta stesse di una società libera, è la fine di questa civiltà, una tirannia dove non è permesso dissentire. Eppure, affermano di intraprendere questa ‘azione in difesa della democrazia’. In più si osserva con preoccupazione come sia l’odio e la sete di potere a polarizzare la politica. Sembra di assistere alla fine dell’antica Democrazia di Atene, dove la maggioranza condannava a morte Socrate, i Politici in disaccordo dovevano scappare in esilio, se gli andava bene. Basta rileggere la Storia dell’Antica Grecia per capirne l’evoluzione[8].

Fabrizio Gonni

Laurea in Ingegneria, MBA Economia Aziendale. Componente ISPG Istituto Studi Politici Giorgio Galli

mail: gonni@istitutostudipolitici.it

 


[1] Una bandiera americana sventola sulla scena, creando un’immagine iconica che, dal punto di vista storico, fa ricordare la famosa foto dei Marines che alzano la bandiera a stelle e strisce sull’isola giapponese di Iwo Jima devastata dalla battaglia. Questa foto sarà il simbolo di Trump per sempre. Questa foto vivrà nella storia americana. L’ex presidente ha sussultato sul palco quando gli hanno sparato, si è afferrato il viso ed è caduto a terra. Qualche istante dopo, Trump è stato aiutato ad alzarsi dagli agenti dei servizi segreti e ha fornito la prova definitiva di essere sopravvissuto a questo assassino.

Nella foto iconica, Trump ha le labbra increspate, i suoi occhi sono socchiusi e sta fissando il mondo, e il suo mento è leggermente sollevato in segno di sfida. Vi sono strisce di sangue che fuoriescono dal suo orecchio destro e gli attraversano la guancia.

[2] https://www.fanpage.it/esteri/ho-guardato-un-grafico-con-le-statistiche-il-dettaglio-che-ha-salvato-la-vita-di-donald-trump/

[3] Si chiamava “Propaganda dell’azione o con l’azione” e sosteneva la violenza fisica in una azione pubblica drammatica e provocatoria perpetrata contro i nemici politici per ispirare altri ad agire in una ribellione o rivoluzione di massa popolare. Questa era una filosofia politica che faceva parte del processo di pensiero radicale che stava emergendo con i movimenti del nazionalismo e del marxismo. In realtà non fu sostenuta da Marx, che in generale era un rivoluzionario, ma non violento.

Negli USA, in totale, ci sono stati quattro presidenti assassinati e tre feriti, più due attentati mancati, per cui dal 1865:

Abraham Lincoln, 14 aprile 1865

James A. Garfield, 2 luglio 1881

William McKinley, 6 settembre 1901

Theodore Roosevelt, 14 ottobre 1912 (ferito)

Franklin D. Roosevelt, 15 febbraio 1933 (5 colpi sparati mancati)

John F. Kennedy, 22 novembre 1963

Gerald Ford, 5 e 22 settembre 1975 (mancato)

Ronald Reagan, 30 marzo 1981 (ferito)

George W. Bush, 10 maggio 2005 (bomba a mano lanciata ma fallita)

Donald Trump, 13 luglio 2024 (ferito)

[4] Duca di San Giovanni (1818–1857), combattente nella I Guerra d’Indipendenza e nella difesa della Repubblica Romana con Garibaldi. A scuola noi ricordiamo la sua spedizione dei 300 contro i Borboni, dove tutti trovarono la morte.

[5] Bakunin acquistò un enorme prestigio come attivista durante questo periodo, e fu uno degli ideologi più famosi d’Europa. Bakunin ottenne una notevole influenza tra i radicali di tutta la Russia e l’Europa. In una delle lettere del 1870 indirizzate a un francese citando quella che definì la “crisi presente”, Bakunin affermò che “dobbiamo diffondere i nostri principi, non con le parole ma con le azioni, perché questo è il metodo più popolare, il più potente, e la forma di propaganda più irresistibile”.

Le parole di Bakunin furono seguite dal socialista anarchico francese Paul Brousse (1844-1912), che nel 1877 citò come esempio la Comune di Parigi del 1871. Lo slogan fu usato per riferirsi al tirannicidio con l’uso di bombe. Infatti, nel 1858 vi furono le bombe di Orsini, contro Napoleone III. Per fortuna Napoleone la scampò, altrimenti non vi sarebbe stata la II Guerra d’Indipendenza italiana e a Milano avremmo ancora gli Austriaci o chissà chi. In quanto al concetto, l’anarchico italiano Enrico Malatesta (1853-1932) anni dopo, nel 1895, descrisse la “propaganda attraverso le azioni” realizzata con violente insurrezioni comunitarie progettate per innescare una rivoluzione imminente.

[6] McKinley morì sei giorni dopo.  Czolgosz era un operaio di una fabbrica di Cleveland fino a quando perse il lavoro a causa di una controversia di lavoro nel 1893.  Sembra che fosse ispirato dalle turbolenze economiche della crisi economica del 1893 ad abbracciare la teoria politica dell’anarchia.

[7] Anche se incerti sarebbero stati gli effetti della politica di Kennedy, o quella di Lincoln, o quella di Umberto I, o su quella austriaca se Francesco Ferdinando fosse sopravvissuto. Se Togliatti fosse morto sicuramente avremmo avuto la guerra civile. Quale sarebbe stato il nuovo assetto politico in Italia con Aldo Moro Presidente della Repubblica o lo sviluppo dell’Eni e dell’Italia con Mattei.

[8] Marx affermava che “la Storia si ripete, ma la prima volta con eventi drammatici, la seconda volta si ripete con una farsa”.

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