AMERICANI, INGLESI E L’ITALIA DA SISTEMARE

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Americani, inglesi e gli “amici” europei nell’assassinio di Aldo Moro

Riporto il dialogo che ho avuto con un lettore che pone delle domande imbarazzanti: “La seguo da tempo con interesse per il suo lavoro di continuo approfondimento sul caso Moro: lei crede veramente che negli archivi americani e inglesi vengano riversati tutti i documenti relativi al caso Moro? Nelle sue valutazioni sembra che nel caso Moro il ruolo sia stato prevalentemente UK e non USA. Non crede che forse sia vero il contrario o che comunque entrambi i paesi si siano coordinati nella regia del caso Moro con ruoli di comprimari da parte di Francia, Germania, URSS, Bulgaria, Cecoslovacchia? Non pensa che andrebbe anche approfondito il ruolo di Israele (Mossad)? Perché alcuni importanti giornalisti affermano che il caso Moro è stato gestito solo dalle BR, negando le informazioni e le conclusioni delle varie Commissioni di inchiesta? Un’ultima domanda: qualcuno sostiene che lei è anglofobo. Non lo credo, è segno di grande democrazia (USA e UK) il fatto che alcuni documenti riservati vengono dopo qualche decennio desecretati e riversati negli archivi pubblici? Grazie.” Provo a rispondere seguendo lo stesso ordine:

1-Archivi. Non credo che negli archivi americani e inglesi vengano riversati tutti i documenti, i più sensibili sono ancora protetti dal segreto. Ma almeno sappiamo che esistono e un giorno (a volte sui faldoni è indicata anche la data) saranno declassificati. In ogni caso, c’è sicuramente molto materiale politico-diplomatico e dell’intelligence che consente di ricostruire con un ragionevole margine di certezza almeno i contesti. Non è poco.

2-Ruolo Usa e UK. Premessa. Il caso Moro, come tutti i grandi delitti politici della storia, è la risultante della combinazione di diversi fattori, interni e internazionali. Certo, se assumiamo come angolo visuale esclusivamente i 55 giorni e le sentenze giudiziarie, la vicenda si può riassumere così: è solo una storia italiana e fecero tutto le BR, anche se ci sono ancora molti interrogativi irrisolti. Ma se invece collochiamo i 55 giorni dentro una cornice storica più ampia e usiamo tutte le fonti aperte, il quadro si complica. Si vede l’intera foresta, non solo l’albero. Oltre ai fattori interni, si delineano infatti i contesti internazionali (guerra fredda e guerra mediterranea per il petrolio); emerge la molteplicità di interessi ostili alla politica morotea e quindi aumenta anche il numero degli attori che recitarono una parte del copione; e anche il rosso della matrice politico-ideologica delle BR si attenua sempre più, perdendo la sua purezza “cromatica”.

Detto questo, vengo alla domanda specifica sulle fonti primarie, degli archivi americani e inglesi sul periodo in cui si consumò l’atto finale della tragedia Moro (1976-‘78). Il ruolo della Gran Bretagna fu preponderante per due ragioni. La prima, chiuso il ciclo delle presidenze repubblicane e della loro eminenza grigia Henry Kissinger, con il democratico Jimmy Carter alla Casa Bianca, gli Stati Uniti adottarono una politica “italiana” meno interventista e tutto sommato favorevole a un’evoluzione democratica del Pci di Enrico Berlinguer. Dopo gli scandali esplosi nell’era Kissinger (golpe in Cile, Watergate, finanziamenti occulti al neofascismo stragista), il Congresso pose dei limiti all’attività della Cia e delle altre agenzie ufficiali, vietando le operazioni illegali. Fu dunque la Gran Bretagna ad assumersi il compito di combattere con tutti i mezzi la politica morotea. Certo, l’Inghilterra non agì da sola, ma di comune accordo con Francia, Germania, i settori del Deep State Usa sotto l’influenza kissingeriana, ambienti politico-economici e apparati italiani. E, senza dimenticarlo, con la benevolenza dei sovietici di Leonid Brezhnev. Questo, piaccia o no, dicono i documenti al momento disponibili.

3-Ruolo di Israele. Non so, in tutta onestà. Non ci sono elementi su cui basare anche solo delle ipotesi su un coinvolgimento diretto del Mossad. Non mi stupirei, però, se un giorno dovesse emergere che gli israeliani avevano infiltrato le BR, Lotta Continua e Potere Operaio, dal momento che quelle organizzazioni avevano rapporti con il terrorismo palestinese. Semmai, mi stupirei del contrario.

4-Il negazionismo di «importanti giornalisti». Intendiamoci, le Commissioni parlamentari che hanno indagato sulla vicenda Moro sono criticabilissime. Perché spesso è stato fatto un uso politico o comunque distorto di documenti e informazioni. Tuttavia, se si esaminano con onestà e rigore gli archivi delle inchieste parlamentari, si trovano molte cose importanti. Che però dovrebbero essere contestualizzate, non usate a pezzetti. Giovanni Pellegrino tentò di farlo con grande intelligenza storica. Ma gli impedirono di concludere la sua indagine con una relazione finale. Si trovò solo di fronte al muro di gomma dei partiti, compreso il suo, interessati più alle proprie botteghe che alla verità; fu preso di mira anche da giornalisti e intellettuali spaventati dalle notizie. Il fatto è che un grande avvocato come Pellegrino, dotato di autonomia di pensiero e di una spiccata capacità di connettere i fili, stava ricostruendo trama e ordito del caso Moro, facendo emergere aree di opacità che dovevano essere protette a tutti i costi per evitare l’imbarazzo generale.

5-Fasanella «anglofobo». Mi hanno anche definito «complottista», «dietrologo» e via etichettando. Stupidaggini. Un tempo ci rimanevo male e reagivo (da buon ariete) a volte anche in modo scomposto. Lo riconosco, e mi scuso con chi si fosse sentito offeso. Ma da un certo momento in poi questa storia ha cominciato a divertirmi. Da quando l’iniziatore di questo filone “accusatorio” mi volle conoscere: trovai un uomo colto, raffinato e, nonostante tutto, leale e dotato di un notevole sense of humor; mi disse di non prendermela e di continuare il mio lavoro senza lasciarmi distrarre dalle chiacchiere.

Non potevo serbargli rancore.

Giovanni Fasanella


P.s.: molti lettori hanno inviato domande sulla mia pagina Fb dopo la trasmissione Report su RAI 3 del  mese scorso, qui il link ad un articolo di un giornale che ne riassume i contenuti:

Delitto Moro, “infiltrati dei servizi inglesi nelle Br”: il filo con le stragi – Affaritaliani.it

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