Unione Europea: il ‘gigante’ incatenato

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L’imminente sfascio dell’Unione Europea si potrebbe ancora evitare se i singoli Stati d’Europa si decidessero, nel rispetto delle tradizioni e culture nazionali, a costituire una maggiore integrazione politica affermando la sovranità centrale su relazioni estere, economia, imposizione fiscale, difesa e sicurezza[1]. Ai primi anni Cinquanta la “Comunità Europea di Difesa” (CED) naufragò[2] per il veto francese e perché gli USA presero tutti in contropiede con il Patto Atlantico che ha creato l’astuta “alleanza” militare del Nord Atlantico – NATO North Atlantic Treaty Organization.[3]

La presenza dominatrice in Europa della NATO, che continua a considerare l’Europa territorio di occupazione militare USA, impedisce che l’Unione Europea si costituisca in Unità di difesa, componente indispensabile della sovranità internazionale. La NATO continua a frustrare qualsiasi ambizione indipendentista dell’Europa. Quando, il primo luglio 1991, il Patto di Varsavia venne sciolto – si esaurì il compito della NATO, che non venne sciolta. Sergio Romano (citato da Giuseppe Romeo) osservò che “la NATO non ha più senso”, non c’erano più interessi europei comuni con quell’apparato militare essenzialmente statunitense[4]. Sei settimane dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, la NATO trasformò, al vertice di Roma, la sua missione di forza di intervento mondiale da difensivo in offensivo. Fu la Germania a sollecitare l’allargamento della NATO a Oriente[5]. La crisi ucraina non si sarebbe verificata se non ci fosse stata la scorretta presenza della NATO in Europa. Nonostante la promessa fatta al cospetto del mondo di non fare avanzare la NATO verso Est a ridosso del territorio russo, la promessa venne rinnegata come riporta Shifrinson[6]. La NATO è oggi costituita da oltre metà di Stati ex-satelliti sovietici[7]. La Russia si sente spinta nell’angolo dagli USA, che non hanno mai rinunciato ad affermare il loro ruolo egemone unipolare nel mondo. La guerra in Ucraina era stata predisposta per tormentare la Russia con la persistente, inaccettabile avanzata NATO, fino al punto da indurla a reagire per poterla attaccare condannandola come aggressore, e rovesciarle addosso la NATO e l’intera Europa. La conoscenza collettiva è stata condizionata e manovrata da agitatori in mala fede, paurosamente obbedienti, servili o ignoranti che diffusero audaci menzogne per dare esecuzione al disegno di impedire che l’Europa si unisca in federazione. Deve rimanere un “gigante incatenato” (Scholz), terra di occupazione[8]. Fino a quando la NATO continuerà a esercitare il comando militare in Europa, ogni discorso di esercito europeo rimane inattuabile. Europa e NATO sono irriconciliabili. Non c’è posto per entrambe. La tragedia che si è creata fra Russia e Ucraina per causa della NATO potrebbe diventare il catalizzatore per cacciare la NATO dall’Europa ed eliminare la base del contendere fra i belligeranti[9]. L’avere ottenuto il risultato voluto (la disintegrazione del Patto di Varsavia) non è stato un passo favorevole per l’industria militare. Occorreva trovare un nuovo nemico e una missione utile all’auto-preservazione. Se non lo si trovava, lo si sarebbe dovuto creare. La NATO non ebbe difficoltà nell’aggiustare al nuovo ordine mondiale. Il nemico venne riconfermato nella Russia, continuazione del malvagio impero. Il concetto dell’alleanza venne modificato discretamente in “dottrina di sicurezza collettiva”. “La differenza consiste nel fatto che mentre le alleanze sono orientate alla difesa da specifiche minacce e definiscono gli obblighi di ciascun partner in caso di belligeranza, la sicurezza collettiva è un concetto ambiguo che non definisce una specifica minaccia e ha come suo scopo quello di resistere a qualsiasi aggressione, ovunque nel mondo”. In questa nuova accezione, la NATO equiparò pace e sicurezza a maggiori vantaggi e proliferazione di ‘valori’ americani”. A peggiorare le cose ci pensarono i segretari Generali di ONU e NATO. Il 23 settembre 2008 firmarono un accordo segreto illegittimo di cooperazione. L’ONU è vincolata a garantire uguali diritti a tutte le nazioni. Lo spirito dell’ONU è dialogo, consultazione su scala mondiale, il bene comune dell’Umanità. L’Assemblea Generale nulla ha fatto per dichiarare illegittimo questo accordo segreto. L’accordo del 2008 mina le speranze dei cittadini di tutto il mondo.

                                                         Avv. Nicola Walter Palmieri

 

[1] Il Cancelliere Helmut Kohl disse che per vincere la scommessa Europa occorreva non solo la capacità di pensiero, ma anche lo slancio dei cuori, l’entusiasmo e l’idealismo. “Occorreva vincere la timidezza e l’egoismo nazionalistico”.

[2] Per una politica di difesa europea. La CED: un’occasione mancata (micromega.net)

[3] Imposta agli Stati europei rendendola invincibilmente radicato nel testo del Trattato di Lisbona snaturando il concetto Europa con la machiavellica formulazione dell’articolo 42, 7 cpv:

“Gli impegni e la cooperazione in questo settore rimangono conformi agli impegni assunti nell’ambito dell’Organizzazione del trattato del Nord-Atlantico che resta, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva e l’istanza di attuazione della stessa”.

Solo tre Stati ONU (Austria, Irlanda, Malta) sono liberi da impegni NATO e potrebbero costituire la Forza Armata Europea con circa 50.000 uomini.

[4] Così i piani di dominio sull’Europa divennero inattaccabili.

[5] Il giornalista prof. Yasen Zassoursky disse: “Ricordo quando George Bush, Sr., in agosto 1991 a Kiev, mise insistentemente in guardia dal nazionalismo ucraino”. Zassoursky parlò di un discorso da coniglio (chicken-Rede) del Presidente americano giunto apposta prima del referendum di separazione per avvisare (senza successo) i nazionalisti contro una secessione avventata che chiamò “nazionalismo suicida”.

[6] Joshua Shifrinson: … Many of the Russians have repeatedly claimed that an informal non-expansion pledge was offered by the U.S. in 1990. And for the last 25 years, Western policy makers, at least in the U.S., have roundly said, “No, we didn’t, and nothing was written down and it wasn’t signed so it doesn’t matter if [we] did.” And what I found [in the archives] was that the Russian narrative is basically exactly what happened, Joshua Shifrinson.

[7] Il Segretario Generale non soppesa attentamente le condizioni statutarie di ammissione, “il vivere in pace con tutti i popoli e la salvaguardia di libertà e preminenza del diritto”.

[8] Il presidente Jean-Claude Juncker fu l’ultimo illuso sognatore europeo. Disse: “Quando decidiamo sulla via da intraprendere in futuro, dovremo tenere in mente che l’Europa ha funzionato al meglio quando siamo stati uniti, coscienti di noi stessi, fiduciosi, convinti di sapere dare insieme forma al nostro futuro”.

[9] Se gli europei non esibiranno il coraggio per farlo, dovranno ripetere con Stefan Zweig “la nostra sacra patria Europa, culla e Partenone della nostra civiltà occidentale, diventerà vittima della sua stessa pazzia”. E sarà sprecato il momento magico che Benedetto Croce descrisse come “l’essere capaci di indirizzare i nostri pensieri all’Europa, fare battere per lei i nostri cuori ‘come prima per le patrie più piccole, non dimenticate già ma meglio amate’”.

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