Le super potenze e la trasformazione di un conflitto regionale in guerra totale

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Gli apostoli della bomba atomica

Con il conflitto fra Russia e Ucraina è ritornato il fanatismo1 di ri-impiego dell’arma atomica. Liz Truss, Ministra degli esteri inglese, ora candidata Premier (2022) disse: Se sarò Premier, “sono pronta a dare l’ordine di lancio dei missili atomici. Penso sia un dovere importante del Primo Ministro”. Siamo allo stadio di parole. Ma i pazzi non mancano mai, e sono notoriamente imprevedibili. Ciascuno dei veri belligeranti del conflitto2 si illude di potere uscire vittorioso con la prima incursione eliminatoria dell’avversario. Non sarà mai. I missili con testate nucleari sono posizionati, protetti, con obiettivo pre-programmato, pronti al lancio automatico, nessun intervento umano. Ciononostante, i pazzi si dichiarano pronti a impiegare l’alternativa nucleare come ultima risorsa. Al centro di questo carosello è l’Europa, sotto regia di dilettanti (Laien in tedesco), senza voce in capitolo, che subisce incautamente le decisioni di altri.

Il primo sgancio di atomiche in Giappone fu il più scellerato crimine di guerra dell’era moderna.3 Il Premio Nobel per la fisica Arthur Holly Compton osservò “è stato omicidio intenzionale” (wanton murder), l’Ammiraglio William Leahy reagì con le parole “abbiamo adottato standard etici comuni ai barbari dei secoli bui”, l’Ammiraglio Chester Nimitz rimarcò che “la bomba atomica non ebbe un ruolo decisivo nella sconfitta del Giappone”, il Tribunale distrettuale di Tokyo notò: “Gli Stati Uniti agirono in contrasto con il diritto internazionale, perché violarono sia il divieto di bombardamenti indiscriminati di città indifese sia il principio che proibisce l’uso di armi arrecanti sofferenze superflue. Quello che avvenne a Hiroshima e Nagasaki fu contrario a fondamentali precetti dell’ordinamento internazionale”.4

Per evitare il disonore della storia, Truman impose agli Alleati miserabili giustificazioni. Disse che le atomiche erano state necessarie per salvare la vita di centinaia di migliaia di soldati, che la bomba era stata legittima rappresaglia per Pearl Harbor, che l’ordine era di colpire solo obiettivi militari. Seguirono infiniti scritti che cercarono di dare sostanza a queste ‘panzane’, e scagionare Truman da ogni rimprovero. Gli USA annunciarono al mondo che la bomba atomica era loro monopolio e che non avrebbero tollerato che altri se ne fossero dotati. Nel giugno 1946, l’Unione Sovietica sottopose una proposta di immediata abolizione di tutte le armi atomiche. Bernard Baruch, rappresentante degli Stati Uniti all’ONU, rispose. “Il problema è che gli USA hanno l’arma assoluta perciò tutte le nazioni del mondo devono sottomettersi all’autorità di un ente internazionale, dominato dagli Stati Uniti, il quale deve avere il potere di punire immediatamente chi viola le regole”, con abrogazione dei diritti di veto in materia nucleare.5 Tutte le nazioni, eccetto gli Stati Uniti, avrebbero dovuto rinunciare ai diritti di tecnologia nucleare e autorizzare l’ente internazionale a punire gli Stati che avessero dato inizio alla costruzione di centrali nucleari. Gli Stati Uniti avrebbero continuato a mantenere e produrre armi nucleari. “Punizione è il cuore della mia proposta” disse Baruch, “sarà punizione atomica”. Incontrò la caustica osservazione di Nimitz: “La bomba atomica sarebbe necessaria per assicurare l’efficacia di un accordo inteso a rendere illegali le armi atomiche?”

La proposta sovietica non ebbe seguito, ma l’URSS accelerò la produzione della propria, che fece detonare nel 1949.6 Seguì una corsa frenetica per sviluppare ordigni potentissimi, le termonucleari all’idrogeno basate su fusione, equivalenti a oltre tremila atomiche di Hiroshima. Gli altri Stati vincitori della seconda guerra mondiale, e India, Pakistan, Israele e (forse) Corea del Nord si dotarono di armi nucleari.

I presidenti dopo Truman e i maggiori responsabili militari americani si espressero consistentemente favorevoli al ri-impiego dell’atomica in caso di estrema necessità. Gli USA pubblicano periodicamente la Nuclear Posture Review (NPR) nella quale mettono in risalto il miglioramento e l’incremento della produzione di armi nucleari. Nella NPR del 2002, Bush sostenne che gli USA avrebbero avuto il diritto di impiegare armi nucleari per “penetrare obiettivi sotterranei che non potevano essere distrutti con armi convenzionali”, e che lo avrebbero fatto se si fossero trovati confrontati con “sviluppi militari a sorpresa”. Il New York Times (12 marzo 2002) incluse gli Stati Uniti nell’elenco degli Stati-carogna nucleari (America as Nuclear Rogue). Il Capo degli Stati Maggiori Martin Dempsey disse: “Nostra missione prioritaria è di mantenere un deterrente contro attacchi diretti agli Stati Uniti e suoi alleati. Questi deterrenti richiedono disponibilità di difese territoriali e regionali che siano strettamente collegate con la capacità di colpire con armi convenzionali e nucleari. Stiamo modernizzando le nostre capacità nucleari”. Allineato, il suo successore, Joseph Dunford dichiarò (9 luglio 2015): “Sarebbe ragionevole che fornissimo questo supporto [le armi letali] ai [governativi] ucraini”. David Goldfein scrisse: Il nostro deterrente nucleare sottende naturalmente tutte le attività diplomatiche e operazioni militari, esiste una linea diretta fra il deterrente nucleare sicuro e affidabile, e la nostra responsabilità di difensore globale della libertà”. Il vice-presidente degli stati maggiori Paul Selva osservò: “Abbiamo raggiunto il momento per modernizzare l’intera triade nucleare e l’infrastruttura che ne garantisce l’efficienza”. Il Ministro della difesa Jim Mattis scrisse, nella NPR del 2018: Per rimanere efficienti dobbiamo ricapitalizzare la nostra eredità di forza nucleare dell’era della Guerra Fredda. Questo rapporto (NPR 2018) poggia su una verità granitica: le armi nucleari hanno e devono continuare ad avere un ruolo critico di deterrenza da attacchi atomici, e di prevenzione di guerre convenzionali di ampia scala fra Stati nuclearmente armati nel prevedibile futuro. Le nostre armi nucleari non difendono solo i nostri alleati contro minacce convenzionali e nucleari, esse li aiutano anche a evitare di costituirsi i loro propri arsenali nucleari. Questo a sua volta è nell’interesse della sicurezza globale”. L’ex-presidente Trump non riuscì a tenersi fuori: “Il mio primo atto legislativo da presidente è stato quello di rinnovare e modernizzare il nostro arsenale nucleare, che è ora più forte e più potente di quanto non sia mai stato”. Aggiunse minaccioso, riferendosi alla Corea: “Saranno attaccati [i Nordcoreani] con fuoco e furia come il mondo non ha mai visto prima; gli Stati Uniti saranno costretti a distruggere totalmente la Corea del Nord”. E concluse: “L’Iran non può avere armi nucleari!”7

Nel 1968, il mondo dei nucleari tentò di limitare la proliferazione con il Trattato di non-proliferazione TNP.8 Erano già state conferite dalla NATO bombe termonucleari B61 a cinque condivisori. Lo spirito del TNP era di limitare la proliferazione da parte dei non-nucleari in cambio della promessa di protezione, non di vietare agli uni di armarsi e difendersi, e permettere agli altri di continuare ad armarsi. Il TNP contiene l’espresso riferimento allo Statuto delle Nazioni Unite che impone a tutti gli Stati di astenersi dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza, sia quella rivolta contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di ognuno, sia in ogni altra forma incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite. Sono passati oltre 50 anni, ma gli Stati militarmente nucleari nulla hanno fatto per il disarmo nucleare generale e completo. Anzi. Invece di disarmare, le potenze atomiche hanno continuato, e continuano, a incrementare i loro arsenali atomici. Il mondo capì finalmente che lo scopo del TNP era di proibire a tutti gli Stati non ancora nucleari di dotarsi di armamenti atomici,9 e di lasciare il dominio dell’arma nucleare ai pochi che già l’avevano.

George W. Bush ignorò il regime di non-proliferazione e fece pressione per lo sviluppo di una nuova generazione di armi nucleari tattiche e di bombe bunker-buster. La sua era politica intesa a destabilizzare lasciando al mondo non-nucleare poca alternativa: o continuare a subire il ricatto degli Stati nucleari, o cercare di armarsi nuclearmente per essere preparati alla mutua assicurata distruzione (MAD). Non è scelta percorribile, i Paesi militarmente nucleari faranno di tutto per impedirlo. Dopo il collasso dell’Unione Sovietica, la posizione degli USA venne formulata come “strategia che deve essere re-diretta sulla preclusione dell’emergere di un qualsiasi futuro potenziale competitore globale”. Anche se camuffata come deterrente, l’arma atomica è essenzialmente arma di attacco. Nel 2009, il Presidente americano Barack Obama espresse l’auspicio di un TNP rafforzato e la visione di un mondo senza armi nucleari. Convocò una riunione speciale del Consiglio di sicurezza per discutere la non-proliferazione e il disarmo. Non si fece progresso con il disarmo essendo Obama prioritariamente intento a rinvigorire la non-proliferazione dei non-nucleari. Obama era docente di diritto costituzionale alla University of Chicago Law School, non è pensabile che non conoscesse il principio, espresso nel diritto equitativo romano (recepito dal diritto anglo-americano) della exceptio non adimpleti contractus che si applica non solo alle persone fisiche nelle loro relazioni contrattuali ma anche agli Stati. Il Giudice della Corte permanente internazionale di giustizia Dionisio Anzilotti aveva sottolineato, in parere di dissenso nella causa Diversion of Water from the Meuse, che il principio inadimplenti non est adimplendum è talmente giusto, equo, universalmente riconosciuto, da dovere necessariamente trovare applicazione anche nelle relazioni internazionali. I grandi Stati nucleari violano da oltre mezzo secolo il TNP. La conseguenza è che con la loro inadempienza hanno provocato il fallimento del TNP, e i non militarmente nucleari sono liberi dagli obblighi assunti. Nonostante questa in diritto inevitabile conseguenza, il Consiglio di sicurezza, e importanti personalità politiche – lo stesso Presidente Biden – continuano a riferirsi all’obbligo di tutti gli Stati di adempiere alla normativa del TNP.

Foto: la Ministra degli esteri inglese Truss, in procinto di diventare premier inglese.

Il disarmo nucleare non si farà. Sul quesito posto dall’ONU se l’uso di armi nucleari fosse legittimo o meno, la Corte Internazionale di Giustizia rispose (8 luglio 1996): “In base al diritto internazionale vigente, visto nel suo insieme, . . . la Corte deve osservare che non riesce a formulare una conclusione definitiva sulla legalità o meno dell’uso di armi nucleari da parte di uno Stato in circostanza estrema di auto-difesa in cui è in gioco la sua stessa sopravvivenza”. Sette giudici (fra cui quello italiano), incluso il Presidente algerino il cui voto fu dirimente, risposero favorevolmente, sette (fra cui l’inglese Rosalyn Higgins) furono contrari, cosicché la Corte, in maggioranza tecnica, poté rifiutarsi di riconoscere che l’uso o la minaccia d’uso di armi nucleari è illegale, quali che siano le circostanze, anche se tale uso è in spregio ai principi fondamentali della legge internazionale e in contraddizione con i principi fondamentali della dignità e il valore della persona umana su cui si fonda l’intero corpo delle leggi. Metà Corte rimase indifferente alle preoccupazioni umanitarie e all’offesa del diritto convenzionale (Regolamento dell’Aja del 1907 e protocollo di Ginevra contro l’impiego di gas asfissianti). La Corte avrebbe dovuto rispondere in modo esplicito che l’uso e la minaccia di impiego dell’arma atomica, il mettere in pericolo l’ambiente umano in modo da distruggere la vita sul Pianeta nella sua interezza è sempre, categoricamente, illegale in ogni circostanza. Il Giudice Christopher Weeramantry lo rilevò: “Appare straordinario che la permissività di quest’arma in diritto internazionale sia ancora oggetto di seria discussione se si considera che la potenza distruttiva della bomba è stata tragicamente dimostrata”. La C.I.G. si nascose dietro un ignominioso non liquet. Sembra che la Ministra inglese Truss non abbia la dovuta conoscenza dello Statuto dell’ONU e della complessa tematica che accompagna l’impiego dell’arma atomica. E neppure della impostazione di fondo espressa dalla connazionale giudice della Corte Internazionale di Giustizia

Anni fa, un famoso film propose questa scena: il viaggio interstellare dell’Icarus si conclude con l’atterraggio sul pianeta ora abitato da scimmie. Il Comandante Taylor non riuscì a capire subito cosa fosse successo. Lo comprese quando si trovò dinanzi il rudere inclinato della Statua della Libertà, mezza sepolta nell’acqua. Capì che il Pianeta Terra era stato distrutto da una guerra nucleare che aveva obliterato uomini e civiltà. Taylor si buttò per terra, disperato, esclamando: “Maledetti! Tutti Maledetti! Per l’eternità!”10

       Nicola Walter Palmieri


1 Come fece l’ex-presidente Trump quando, a gennaio 2020, minacciò l’Iran di distruggere le sue opere d’arte e i monumenti storici.

L’arma atomica ha cancellato l’essenza della democrazia e cambiato il mondo. Le più importanti decisioni dell’umanità consegnate nelle mani di pochi individui. Gli USA, nazione che per prima impiegò la bomba atomica, tentò di frenare la proliferazione. Il Premio Nobel Harold Urey disse, nel 1945, che entro un quinquennio, quando tutti avrebbero potuto costruire la propria bomba, che non vi sarebbe stata “possibilità di mantenere la nostra forma di governo se tutti avessero la bomba atomica, sarebbe necessario passare velocemente all’azione”.

I racconti fantascientifici degli anni quaranta rappresentano il sostrato della superficiale società dell’epoca. Il Colonnello Clyde Manning (di Solution Unsatisfactory) è il reggitore mondiale delle sorti dell’umanità. Manning esclama: “Nessuna nazione, tranne gli Stati Uniti d’America, è capace di democrazia, l’America deve mantenere il monopolio e affermare la sua autorità, anche a costo di violare tutto il diritto internazionale e la sua stessa Costituzione. Deve adottare la dittatura militare e imporla al al mondo” (Peace Proclamation). Nel libro The Sum of All Fears, Tom Clancy narra di terroristi che si sono procurati una testata termonucleare persa da Israele e si accingono a farla detonare in una città americana per provocare la guerra nucleare fra gli USA e l’Unione Sovietica. Occorreva convincere gli americani che l’inizio lo avevano fatto i sovietici, ma si scoprì che il plutonio proveniva dalla fabbrica di Savannah River in Georgia (USA). Alla fine, il mandante è il Grande Ayatollah. Il presidente americano decide di lanciare un missile nucleare contro la città santa di Qom, i suoi consiglieri cercano di dissuaderlo ma il presidente, risponde: “Questa cosa è decisa. Io sono il presidente. Io sono il Comandante. Io valuto la sicurezza degli Stati Uniti. Io do gli ordini ai militari”.

2 USA e Russia. La guerra si concluse in pochi giorni sul fronte finanziario.

3 Il pluri-fallito merciaio, irresponsabile tragedy of a small man, antisemita e razzista, Harry Truman volle fare la prova sul vivo della bomba atomica. Sapeva che farlo sarebbe stato violazione degli articoli 22, 23, 25 delle Convenzioni dell’Aja del 1907, sei dei sette massimi Ufficiali Generali americani e i consulenti scientifici e politici non erano favorevoli all’impiego della bomba, era appena stata firmata la Carta delle Nazioni Unite che conteneva la promessa di evitare guerre e di affermare diritti umani, stabilire giustizia e promuovere progresso sociale. Un mese dopo la costituzione dell’ONU, Truman violò le leggi di natura e degli uomini e sganciò due bombe atomiche sui centri urbani di grandi città giapponesi. La guerra era oramai vinta dall’America, il Giappone finito, l’atomica non più necessaria. (Il Giappone aveva già inoltrato domanda di resa incondizionata salvo mantenimento dell’istituzione dell’Imperatore, condizione respinta per non compromettere lo sgancio delle atomiche, ma accettata dopo il bombardamento).

4 Ryuichi Shimoda v. Japan.

5 Incluso il possesso o la separazione di materiale radioattivo, e incluso anche l’uso pacifico dell’atomo.

6 Il Senatore americano Brien McMahon, D-CT esclamò, quando apprese del successo russo, che era giunto il momento per gli Stati Uniti di “esplodere [i sovietici] fuori dalla faccia della Terra“.

7 L’Ayatollah Ali Khamenei disse, nel 2003: “Non siamo interessati alla bomba atomica”, l’uso di armi di distruzione di massa (WMD) è incompatibile con i principi sciiti islamici (e ricordò che, durante la guerra Iraq-Iran, l’Iran pur avendo i mezzi non rispose in rappresaglia all’uso di armi chimiche da parte dell’Iraq, “perché l’uso di WMD è vietato dall’Islam”. L’Ayatollah Ruhollah Khomeyni aveva emesso una fatwa che proibiva le WMD. Chi parla di nucleare iraniano dovrebbe acquisire familiarità con aspetti fondamentali della religione e la cultura di questo Paese.

8 Determinante era l’articolo VI: “Ciascuna Parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale”.

9 Simile lo scopo del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN) del 7 luglio 2017 (ONU), ratificato da una sessantina di Stati e statarelli: Saint Kitts and Nevis, Trinidad and Tobago, Vaunatu, Niue, Grenada, Liechtenstein, RSM, SCV, uno solo (Messico) è un grande Stato. Il Trattato è ignorato dagli Stati che contano e dai nucleari.

0 “You blew it up,” Ah, damn you! God damn you all to hell!”


Rimandi utili sull’argomento:

NPT Conference 2020 – EN | United Nations

The Tenth Review Conference of the Parties to the Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons will be held on 1 – 26 August 2022.

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Un commento su “Le super potenze e la trasformazione di un conflitto regionale in guerra totale”

  1. Molto chiaro, interessante, preciso l’analisi della descrizione della storia di questi tempi di minacce e paure di noi cittadini in balia delle pazzie dei potenti che ci governano

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