Astract. A fine giugno la Corte Suprema americana ha sparato una doppietta: una sull’aborto e l’altra sulle armi. Nel secondo caso la SCOUS era chiamata a decidere sulla costituzionalità di una legge dello Stato di New York sulle restrizioni al porto di armi. A maggioranza, 6 a 3, la Corte ha affermando che il Secondo Emendamento si applica anche fuori dalla propria abitazione. L’avv. Nicola Walter Palmieri, profondo conoscitore della realtà americana, ci aiuta a comprenderne i vari risvolti e il peso di tale decisione.
Armi letali in mano a squilibrati
La Costituzione americana stabilisce con chiarezza che “essendo necessaria una ben regolata milizia per la sicurezza di uno Stato libero” (base e presupposto del Secondo Emendamento) “il diritto del popolo di tenere e portare armi non dovrà essere infranto” (conseguenza). Testo originale: “A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed”. La Costituzione deve essere letta come è scritta, in questo caso, il portare armi è subordinato per legge fondamentale alla necessità di costituire una “milizia per salvaguardare la sicurezza dello Stato”.
Gli animi si accesero sulla interpretazione della norma. In diverse cause decise dalla Corte Suprema venne ribadito che era vietato ai singoli Stati dell’Unione di proibire al popolo il possesso e il porto di armi perché si sarebbero privati gli Stati Uniti della legittima risorsa di mantenere la pubblica sicurezza (Presser v. Illinois), il Secondo Emendamento venne dichiarato principio fondamentale della Costituzione e base del dovere di ogni individuo (americano) di difendere in caso di necessità il “nostro governo contro tutti i nemici” (United States v. Schwimmer) perché “la comune difesa è uno degli scopi per i quali il popolo si dotò della Costituzione”. Il presupposto intoccabile del diritto di portare armi era sempre quello di difendere l’America nel contesto di una ben regolata milizia.
Tutto cambia con l’interpretazione della norma nel 2008
La svolta rivoluzionaria e catastrofica venne con la decisione District of Columbia v. Heller (2008), raggiunta con stretta maggioranza prevenuta (5–4) dei giudici di nomina repubblicana, nella quale la corte Suprema statuì che, contrariamente al testo della legge, la difesa personale era l’elemento centrale della norma, e che la proibizione del Distretto di Columbia di possedere legittimamente, in casa, un’arma da fuoco non assemblata, per scopo di legittima difesa, era incostituzionale. Nulla da eccepire sulla impostazione generica che il tenere in casa un’arma non carica, non assemblata, ben custodita in armadio chiuso a chiave, dichiarata all’autorità, è giustificabile da meritori fini di protezione contro malintenzionati. Ma non è quello che dice il Secondo Emendamento.
La corte divagò in un campo dal quale avrebbe dovuto stare alla larga. Stravolgendo il testo, aggiunse che il diritto alla milizia organizzata non era il solo beneficio istituzionale della garanzia del Secondo Emendamento, e che la clausola introduttiva dell’Emendamento annunciava uno scopo ma non un limite all’allargamento della portata della seconda parte.
Fu inaudito, la statuizione, abusiva e fallace, fece a pezzi il cuore della norma. La sentenza Heller era stata preceduta da oltre due secoli di consenso, da parte di tribunali e dottrina, che il Secondo Emendamento garantiva solo il diritto degli individui a difendere le loro libertà partecipando nella milizia dello Stato. Il giudice John Paul Stevens disse, in dissenso, che il Secondo Emendamento protegge solo il possesso di armi per scopo militare. Il giudice Stephen G. Breyer, pure dissenziente, scrisse icasticamente: “Il Secondo Emendamento protegge interessi in relazione alla milizia, non in relazione a legittima difesa, e neppure offre protezione assoluta da intervento governativo relativo a questi interessi”. Stevens ricordò che il giudice Warren Burger (Chief Justice dal 1969 al 1986) non aveva mai espresso dubbio sulla limitata applicazione del Secondo Emendamento, anzi aveva pubblicamente caratterizzato la National Rifle Association (NRA) come ente che stava commettendo una frode come mai vista prima ai danni del popolo americano. “Il Secondo Emendamento serve solo a spregiudicatamente proteggere i profitti dell’industria delle armi”.
All’indomani della tragedia nella Santa Fe High School, TX (2018), la portavoce dell’NRA, Dana Loesch, disse con sprezzo ma realismo: “Molti nei media amano massacri nelle scuole. Non la tragedia, ma le quote di ascolto. Madri piangenti di pelle bianca valgono oro per le quote”.
Ultimo capitolo di questa commedia di errori fu una legge dello Stato di New York che cercò di arginare l’uso assassino delle armi imponendo la prova di giusta causa da parte di chi faceva richiesta di licenza di porto d’arma. I potenziali assassini insorsero, il tribunale di New York e la Corte d’appello del Secondo Circuito sostennero la legge, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti decise politicamente, in concomitanza con le nuove tragiche sparatorie in un supermarket di Buffalo e in una scuola di Uvalde, TX, con voto di sei giudici di nomina repubblicana contro tre di nomina democratica (giugno 2022) che la legge di New York violava il Secondo Emendamento (New York Rifle & Pistol Association Inc. v. Bruen).
I politici continuano a incrociare le lame per le loro non meritevoli agende personali; e bambini e ragazzi di scuola continuano a morire a centinaia sotto le raffiche dei debosciati. La cosa giusta da fare sarebbe di vietare la vendita di armi a privati che non abbiano una preventiva autorizzazione dell’autorità di Pubblica Sicurezza.
Lo si può fare senza emanare una nuova legge costituzionale. Basterebbe applicare lealmente, correttamente e in buona fede il Secondo Emendamento così come è scritto.
Non c’è ragione di aggirarsi armati per le città, se non per un impulso assassino. Politici, giuristi e i giudici del massimo tribunale americano continuano a difendere posizioni in palese discordanza con il chiaro testo costituzionale. Le loro sono argomentazioni arzigogolate prive di fondamento. Le tragiche sparatorie in scuole americane continuano a ritmo serrato. L’inazione è criminale. Il portare armi senza autorizzazione non deve essere ammesso nella strada, nel teatro, nei luoghi di culto, nei mezzi di trasporto, in manifestazioni pubbliche, nelle scuole, in zone della pubblica amministrazione.
Nel permettere il porto di arma, occorre ri-concentrarsi sul pre-requisito limitativo della difesa della nazione in ben regolata milizia e all’altra limitazione di tenere l’arma ben custodita all’interno della propria dimora. In America si preferisce fare finta di non saperlo, di non capirlo, di non sapere leggere l’inequivocabile testo della legge fondamentale del Paese, di fraintendere le sentenze dei tribunali. Si fa propaganda politica, invece di risolvere i problemi di portata esistenziale. E bambini e ragazzi continuano a morire inutilmente.
Nicola Walter Palmieri