Armati fino ai denti: quando la guerra fredda era molto calda

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Nella sterminata bibliografia della Guerra Fredda questo studio si segnala per l’originalità del taglio interpretativo: si accentra infatti sull’analisi e sulla descrizione della difesa missilistica del territorio italiano, messa in atto dalla NATO tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta per fronteggiare e contrastare eventuali attacchi di aerei del Patto di Varsavia.

Tre sono gli autori: Alberto Mario Carnevale – Generale della Riserva dell’Aeronautica, che ha avuto responsabilità di comando, impiego e controllo di missili antiaerei con armamento nucleare; Eugenio Ferracin – specializzato in elettronica industriale, che ha prestato servizio di leva come Aviere Scelto presso la Base Tuono; Maurizio Struffi – giornalista, che in pensione ha organizzato e diretto l’allestimento museale di Base Tuono.

Rispetto alla prima edizione del 2016, questa seconda si è arricchita di approfondimenti sia nella narrazione storica sia nella descrizione tecnica, in quanto gli autori hanno potuto avvalersi di documenti degli archivi statunitensi e della NATO che, declassificati nel 2017, hanno tolto il velo sulle strategie politiche e militari del blocco occidentale durante la Guerra Fredda.

Lo scritto si articola in dodici capitoli e si apre con un riassunto ragionato ed approfondito dei principali avvenimenti che hanno caratterizzato la Guerra Fredda dal 1947 al 1991. Da apprezzare in particolare la descrizione delle gesta di due ufficiali sovietici quasi sconosciuti – Arkhipov e Petrov – che nel 1962 durante la Crisi dei missili di Cuba il primo e che nel 1983 anno carico di tensioni internazionali il secondo, grazie al loro sangue freddo evitarono lo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Nei capitoli successivi, gli Autori, dopo aver illustrato le strategie della Guerra Fredda e la genesi del sistema missilistico antiaereo “Nike”, descrivono l’evoluzione dei più potenti Hercules, denominati dall’Aereonautica “Intercettori teleguidati”, che avevano maggiore gittata e che potevano anche essere armati con testate nucleari. Ampia è quindi la trattazione della costruzione dell’Area di Lancio del 66° Gruppo Intercettori Teleguidati. Agli inizi del 1960 NATO e Aeronautica avevano individuato le tre aree dove realizzare la postazione nel Comune di Folgaria in Trentino: Monte Totaro 1.897 metri Area Controllo; Malga Zonta 1.543 metri Area di Lancio; Tonezza del Cimone 990 metri Area Logistica. I lavori durarono 6 anni e la postazione divenne operativa nel Settembre del 1966. Dopo undici anni, però, la stessa chiuse i battenti, poiché stavano cambiando le strategie militari e gli inverni imponevano costi e disagi troppo pesanti per il personale. Tuttavia, ci sono voluti ben ventitré anni per recuperare l’area di Malga Zonta e trasformarla nel sito museale, denominato Base Tuono. Bellissime foto a colori raccontano i lavori realizzati, dando così vita ad un museo espositivo ed interattivo, meta di turisti e di scolaresche, prima della Pandemia. Curioso è poi l’esame delle Leggende metropolitane che nacquero in Italia tra le persone che si trovarono a vivere per oltre quarant’anni accanto alle postazioni missilistiche. Nei due capitoli finali, gli Autori spiegano in maniera sintetica il funzionamento del sistema Nike in servizio con l’Aereonautica e le procedure operative per l’ingaggio degli aerei ostili, utilizzando una terminologia necessariamente tecnica, ma sforzandosi di essere chiari.

Consiglio la lettura di questo studio a tutti i docenti, in particolare delle materie storiche e letterarie, per approfondire il periodo storico della Guerra Fredda e, forse, organizzare una visita di istruzione a Base Tuono, quando finalmente l’emergenza sanitaria in atto sarà finita.

Glauco Carlo Casarico