Web e controllo delle menti. Una guerra senza limiti…

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Il mondo è completamente cambiato da quando Gagarin, lanciato nello spazio il 12 aprile ’61, è stato l’emblema della competizione nello spazio tra Usa e Urss. Ora s’è fatto multipolare con la Cina e i privati, i grandi player digitali che hanno visto crescere la propria centralità nell’economia globale. La pandemia ha mostrato quale sia la consistenza degli Stati europei e dell’Unione Europea. La politica di Bruxelles, della Commissione e del Consiglio UE è sotto gli occhi di tutti in questi giorni di ‘sofa-gate‘, il Parlamento UE era già stato piegato nel 2019 con la nomina di Ursula, a cui ha fatto seguito un nuovo governo di Anti-sovranisti in Italia, il Conte bis. Ora gli Anti-sovranisti europei e italiani sono molto preoccupati della loro sovranità, in particolare di quella digitale messa in grave pericolo dai nuovi grandi del web. Si è così aggiunta una nuova dimensione nei conflitti, le cosiddette  guerre ibride, come spiega il prof. Mario Caligiuri.

La guerra nello spazio oggi come va inquadrata?

“I nuovi domini della guerra sono il cyberspazio e la colonizzazione dello spazio stellare. Già oggi metà della popolazione mondiale è collegata a internet, nel 2025 arriveremo al 75% e a fine secolo saremo quasi al completo. Questi sono gli elementi fondamentali di partenza. I conflitti oggi si combattono sul web soprattutto con le informazioni e sul terreno attraverso i droni, rendendo paradossalmente più accettabili le guerre, in quanto si ridurranno le perdite di vite umane. Ma, dopo le contese degli anni Sessanta, lo spazio continua a essere nuovamente conteso ed è sufficiente constatare il numero crescente dei satelliti in orbita, alcuni dei quali praticamente battono bandiera ombra. Restringendo il campo, ad America e Russia s’è aggiunta la Cina, che non sta a guardare neanche in questo settore sempre più strategico. Si sta, infatti, definendo una geopolitica dello spazio, alla quale occorre prestare la massima attenzione poiché inciderà potentemente negli equilibri dell’ordine mondiale. Il Grande Fratello ci osserva non solo dagli schermi ma anche dall’alto, per memorizzare ogni nostro traccia profilando i nostri comportamenti, le nostre preferenze, le nostre manie. Praticamente le nostre intimità non hanno segreti. I satelliti ricevono e trasmettono informazioni, rafforzando quello che è stato definito il ‘capitalismo della sorveglianza’ “.

Ma adesso si apre la competizione anche fra privati.


“E qui si tratta una storia molto significativa, sulle quale non si riflette abbastanza. E’ noto che Elon Musk, il patron di Tesla, e Jeff Bezos, il creatore di Amazon, hanno scelto lo spazio come ambito di espansione, di sperimentazione e di investimento. Musk sta progettando di mettere in orbita 11 mila satelliti per connettere tutto il pianeta a internet e Bezos è già stato autorizzato a inviarne 3300. Il primo punta alla conquista di Marte, il secondo al predominio sulla Luna. Lo scenario sta cambiando radicalmente con i privati che competono con gli Stati, in uno scenario sideralmente diverso dall’avventura di Gagarin. Infatti, ci stiamo avvicinando alla fusione tra lo spazio fisico e quello digitale, con l’intelligenza artificiale in competizione con quella umana e l’ibridazione inevitabile tra uomo e macchina. Joel De Rosnay già negli anni Novanta parlava di ‘cybionte’ “.

Ma qual è la posta in gioco?

“Molto alta. Ed è rappresentata dal controllo delle menti. È una battaglia in cui tutti siamo soldati inconsapevoli di una guerra senza limiti. La supremazia tecnologica vede stati e privati competere praticamente alla pari. In questo ‘grande gioco’ l’Europa è al rimorchio degli interessi di Stati Uniti e Cina, non essendo stata in grado di comprendere la grande trasformazione in atto, a differenze di piccole Nazioni, come Israele e Corea del Sud che sono diventate delle innegabili potenze digitali. L’efficienza dei sistemi di governo saranno sempre più determinanti, con la politica in Occidente orientata dai poteri economici, mentre nei Paesi autoritari, non solo la Cina, ma anche, in modi diversi, la Russia e i paesi islamici, avviene esattamente il contrario.”.

Ma la diplomazia internazionale appare inquinata dentro lo spazio web, vedi le manipolazioni che in questi anni hanno chiamato in causa la Russia nel corso delle campagne elettorali in America.

“Anche questo è un evidente segno dei tempi. Nell’era della guerra dell’informazione, che è anche guerra cognitiva e normativa, la disinformazione invade la vita dei cittadini. Utilizzando la celebre metafora di Marshall McLuhan che dice “Quello di cui i pesci non sanno assolutamente nulla è l’acqua“, noi siamo totalmente immersi nella disinformazione e non ce ne rendiamo affatto conto. Infatti, viviamo in un contesto in cui confondiamo gli annunci con la realtà, tipo i finanziamenti del Recovery Fund, e l’intelligenza artificiale con la politica, tipo i risultati dei sondaggi elettorali. E pochi si rendono conto che le dichiarazioni degli esponenti politici ed istituzionali sono pagine di pubblicità, se le leggiamo sulla stampa, o spot televisivi, se li vediamo in video. A livello mondiale, secondo alcune fonti, gli investimenti in pubbliche relazioni sono secondi solo a quelli negli armamenti. Inoltre, le azioni di manipolazione sono sempre esistite, anche a livello politico. Non deve stupire la eventuale azione di condizionamento della Russia nella campagna elettorale delle presidenziali americane. La “disinformatia” di Mosca ha una tradizione secolare, annoverando anche uno dei più clamorosi falsi storici di tutti i tempi: “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, il documento antisemita confezionato agli inizi del Novecento dall’Ochrana, la polizia segreta dello Zar”.

E’ una situazione indubbiamente preoccupante, dice può effettivamente succedere di tutto. Non a caso abbiamo assistito in Italia pochi giorni fa a un clamoroso caso di spionaggio tradizionale, con le spie che incontravano all’interno di una macchina, come si tempi della guerra fredda.

“E’ la dimostrazione evidente che lo spionaggio è più vivo e attuale che mai. Si spierà sempre di più perché nel mondo globalizzato gli alleati non sono amici e gli amici non sono alleati. In questa guerra di tutti contro tutti, le informazioni pregiate diventano uno strumento di potere oggi più di ieri. Fare affidamento alle sole tecnologie espone a rischi gravi, come hanno dimostrato gli attentati dell’11 settembre, dove le informazioni erano state raccolte per tempo ma sono state interpretate e collegate solo successivamente. L’esempio migliore è quello di Israele che sta reclutando contemporaneamente hacker, per raccogliere informazioni nei recessi più reconditi della rete, e laureati in filosofia, per interpretarle. È la rivincita del “fattore umano” e non a caso l’intelligence è la forma più raffinata di intelligenza umana perché consente di vedere oltre”.

Mario Caligiuri è professore ordinario di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria e ha insegnato al Master sul contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo dell’Università di Bergamo. Con Giorgio Galli ha scritto “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei paesi senza democrazia (2020). La sua ultima pubblicazione è “Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo (Rubbettino, 2021).

 

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