Siamo in ginocchio… Possiamo rialzarci

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La Lombardia dal 1° febbraio è gialla, da rossa che era appena dieci giorni fa. La popolazione è attonita attorno a questo balletto di colori voluto dal governo, ora dimissionario, quindi senza responsabilità politica. Le polemiche sul cartellino rosso assegnato ai lombardi, a quanto pare per un file excel inviato da Milano a Roma in modo incompleto, si sono attenuate da pochi giorni. Sembra incredibile che, nel 2021, per qualche casella non compilata nel modello richiesto, la struttura del ministro Speranza abbia colorato di rosso tutta la regione con buona pace per il turismo, la ristorazione e le altre attività economiche. Il presidente Fontana ha reagito con un ricorso al TAR, mossa che ha lasciato esterefatti, come se la questione fosse un problema amministrativo. Una reazione virtuale poco incisiva sulla situazione. Sulla questione delle chiusure, legate ai colori e dei dati sull’epidemia, c’è stato un dibattito feroce in Consiglio regionale martedì 26 gennaio. Anche qui, in aula, più che un dibattito, si è svolto un altro spettacolo del teatrino della politica. Il consigliere regionale radicale Usuelli, di minoranza, chiede che vengano forniti i dati in dettaglio e non solo le tabelline riassuntive, insoddisfatto della risposta, si inginocchia davanti a Fontana: “Vogliamo vedere i dati”Nell’annunciare l’azione non violenta, Michele Usuelli dichiara: “Nessuna risposta sui dati disaggregati, chiedo a chiunque li abbia di inviarli in anonimo a CovidLeaks“Apriti cielo. I dati statistici non si chiedono in ginocchio, non è previsto dalle leggi, nè dal regolamento, nè dalle delibere. Hanno dovuto chiamare la forza pubblica per farlo alzare, ma i dati sull’epidemia con un maggiore dettaglio non li hanno resi pubblici.

Dopo di che nuova sceneggiata in Consiglio regionale della Lombardia, la minoranza come fosse l’erede dell’opposizione del 1925, dopo il delitto Matteotti, si ritira sull’Aventino ed abbandona l’aula, non si ha notizie di un contestuale abbandono dello stipendio. Prima di compiere questa eroica scelta un consigliere regionale del Pd, Pietro Bussolati1, attua una proditoria iniziativa, consegnando al presidente Fontana un pallottoliere “per evitare che ci mandi ancora in zona rossa per sbaglio“. Un gesto scherzoso, un po’ beffardo, che certamente ha avuto l’effetto indesiderato di alzare l’autostima del presidente Fontana, come si può vedere nella foto, che ultimamente era parecchio giù.

La spiegazione di Bussolati è banale, pensando che probabilmente un bambino o una bambina saranno rimasti senza il loro pallottoliere, invece quella di Usuelli, che tra l’altro è un medico, è decisamente consistente: Il 4 giugno 2020 ho presentato in aula l’interrogazione: ‘Trasparenza dei dati necessari a calcolare i parametri lombardi di sorveglianza epidemiologica, relativi alla sintomatologia da Covid 19, senza trattamenti di aggregazione o riduzione grafica’. Da allora ho cercato di convincere i miei alleati ed i miei avversari che rendere pubblici questi numeri avrebbe aiutato le persone in difficoltà economiche e diminuito le restrizioni di libertà personale che abbiamo vissuto in questi mesi. Ho chiesto e richiesto, effettuato un accesso agli atti in Regione, mi sono inginocchiato davanti a chi ha il potere di darli. Nulla è servito. Oggi  proseguo la mia battaglia non violenta esortando, chiunque abbia i numeri, di darli nel pieno rispetto della legge e con certezza di anonimato a Covidleaks”.

CovidLeaks è la piattaforma di whistleblowing promossa dall’Associazione Luca Coscioni che invita chiunque alla condivisione anonima dei dati disaggregati e aperti sulla pandemia tenuti finora nascosti. Questi vengono poi pubblicati online, a disposizione della comunità scientifica. Al tema dei dati aperti disaggregati si aggiunge quello relativo alla confusione sul reale stato dei contagi. Marco Cappato, attivista politico, uno dei responsabili dell’Associazione Coscioni precisa che Attraverso interrogazioni parlamentari, proposte concrete sviluppate insieme a scienziati e ex presidenti ISTAT, sin dal marzo scorso proponiamo il ricorso a test  a campione sulla popolazione così da conoscere il dato del numero complessivo di contagi.  È evidente che per avere dati disaggregati e in formato aperto su scala nazionale e consentire agli scienziati di effettuare sistematicamente ricerche indipendenti servirebbero i dati aggiornati in tempo reale e certificati dalle Agenzie di Tutela della Salute, dalle Regioni, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Governo. Nel frattempo abbiamo creato la piattaforma CovidLeaks”.

L’Associazione Luca Coscioni precisa che i file pubblicati sono copie dei file segnalati anonimamente a Covidleaks, però, trattandosi di file anonimi, non è possibile garantire l’integrità dei dati. Per questo occorre che siano le istituzioni a rilasciare tutti i dati. Se Roma gestirà i soldi, i fondi pubblici ottenuti come nuovi debiti, come ha gestito l’epidemia siamo in una botte di ferro. Da questi episodi si capisce quanto sia profondo l’attuale degrado “ideale” delle istituzioni, a poco servono le gigantesche risorse promesse dalla UE se le capacità delle persone poste alla guida sono misere. Occorre alzare il livello dei nostri rappresentanti e dei funzionari pubblici.

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