Elezioni USA: ultime mosse con l’arrocco del TEXAS

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L’otto dicembre 2020, l’avvocato generale del Texas, Ken Paxton,1 ha iniziato una causa dinanzi alla United States Supreme Court (USSC)2 nella quale accusa quattro Stati (Georgia, Michigan, Pennsylvania, Wisconsin)3 di avere violato la legge federale, con modifiche delle procedure elettorali intese a limitare la diffusione del contagio.4 La causa iniziata dal Texas rientra nella giurisdizione originale della USSC in quanto si tratta di disputa fra Stati.5 Non è escluso che, sul piano politico, il Texas abbia qualche ragione di che lagnarsi, eventualmente anche riguardo al potenziale di frode nel voto per corrispondenza6 e alle tattiche del partito democratico. Tali lagnanze devono però essere sottoposte al Congresso e ai Parlamenti degli Stati, mai possono dare legittimazione attiva a uno Stato dell’Unione (in questo caso il Texas e suoi gregari) di citare in giudizio un altro Stato (la Pennsylvania e tre altri) per imporre a questi l’interpretazione texana sull’applicazione delle leggi della Pennsylvania. Lo Stato del Texas non ha legittimazione di citare in giudizio lo Stato della Pennsylvania per istruirla su come applicare le sue leggi. Il Texas è uno Stato terzo i cui diritti non sono stati compromessi dalla Pennsylvania. La USSC non è il foro corretto per queste diatribe politiche fra Stati, e non deve coinvolgersi nella giungla delle politiche elettorali degli Stati. Se il Texas ha un problema con il modo in cui la Pennsylvania gestisce le sue elezioni, lo faccia valere, se vuole, attraverso il processo politico. La sua lagnanza non è affare dei tribunali. Il motivo principale di lagnanza del Texas è che i funzionari responsabili per l’amministrazione delle elezioni in Pennsylvania avrebbero usurpato l’autorità riservata al potere legislativo della Stato (in violazione della Costituzione, Electors Clause, Articolo II, Sezione 1, Clausola 2). Il Terzo Circuito ha messo in chiaro che neppure i cittadini dello Stato in cui ciò sarebbe eventualmente avvenuto avrebbero legittimazione per stare in causa. Figuriamoci uno Stato terzo, non toccato dalla asserita violazione. Non esiste processo elettorale nazionale, in America. Il presidente viene eletto a livello statale. Non è la Costituzione americana che conferisce ai texani il diritto di voto, che è invece dato loro dall’autorità legislativa del loro proprio Stato. Il Texas ha diritto di scegliere un candidato nel Texas, non in altro Stato, e lo stesso vale per ogni altro Stato dell’Unione. Il Presidente uscente Trump continua a vantarsi che la nuova maggioranza repubblicana (6 a 3)7 alla Corte Suprema dovrebbe conferirgli il secondo mandato presidenziale. Trump continua a dire: “No, no, no, faremo in modo che queste elezioni siano rovesciate, la Corte suprema lo farà (No, no, no, we’re going to try to get this election overturned, Supreme Court will do it). Non sarà così. La United States Supreme Court non si piega all’assenso del Capo prima di decidere ed emettere sentenze. I professori americani di diritto costituzionale non hanno dubbi che la Corte Suprema rifiuterà di sentire questo caso8 che stigmatizzano come strampalato, frivolo, falso e irresponsabile, pazzoide, unicamente non-serio, imbarazzante, esibizionismo pubblicitario, “il più folle caso mai proposto”, totalmente senza precedente, abuso del sistema giudiziale per propagare disinformazione a favore di un’agenda politica. Il Professore di Harvard Laurence Tribe dice: “È peggio che illogico, è vergognoso, bislacco, fuori di ogni immaginabile cornice di costituzionalità” (worse than nonsensical, outrageaous, outlandish, and outside any imaginable constitutional box).

È pressoché impossibile che la Corte Suprema accetti il riesame, e ancora più impossibile che dia ragione ai repubblicani. Se tuttavia la USSC erroneamente accettasse il riesame del caso, dovrebbe essere consapevole (sicuramente lo è) che i quattro Stati convenuti (GA, MI, PA, WI) citeranno dinanzi alla USSC il Texas (e gli Stati che si sono ad esso aggregati) per intrusione e interferenza negli affari per i quali la Costituzione riserva e riconosce sovranità esclusiva a ciascuno Stato dell’Unione. Se vale il motto “Don’t mess with Texas”, allo stesso modo vale “Don’t mess with Pennsylvania”, Don’t mess with Georgia”. Se accettasse il ricorso del Texas, e se i quattro Stati attaccassero il Texas (e compagnia), la USSC non avrebbe scelta, per non perdere credibilità dovrebbe accettare il caso dei quattro. Ne nascerebbe una giurisprudenza inquietante. Tutti gli Stati americani violerebbero la sovranità di ogni altro, e tutti ricorrerebbero alla USSC, la quale si troverebbe costretta a dovere dedicare le sue risorse a questi non necessari e anche spregevoli abusi.

Nicola Walter Palmieri

Avvocato ammesso alla USSC,  Lugano (CH), 10 dicembre 2020

N.d.R.: Civica pubblica questo intervento, che riflette su un aspetto giuridico importante. Rimane da capire l’analisi politica sottostante, che lascia insoluta tutta la parte sui “brogli elettorali”, sulla effettiva legalità del voto in USA. Per questo offre un serio spunto per capire meglio la situazione delle elezioni presidenziali USA. L’avv. Palmieri spiega i risvolti giuridici della mossa, simile all’arrocco negli scacchi, mai vista prima. Anche le tonnellate di voti giunti per posta prima e dopo le elezioni non si erano mai viste prima, come il Covid e la gestione dell’epidemia a livello di controllo delle masse, come metteva in guardia Vance Packard con i “Persuasori occulti” negli anni cinquanta, sono cose mai viste prima.  La Rivista è disponibile a raccogliere e pubblicare altre opinioni.

1   Sotto accusa per frode in valori mobiliari, e altro procedimento per corruzione. “Questa causa è talmente frivola e sfacciatamente politica che persino gli avvocati del suo dipartimento hanno declinato la loro adesione”, dice Andrew McCarthy, “Texas’s Frivolous Lawsuit Seeks to Overturn Election in Four Other States”, 9 dicembre 2020.

2   Atti depositati dopo la mezzanotte dell’8 dicembre (safe harbor threshold al di là del quale il Congresso deve accettare le certificazioni degli Stati).

3   Il Texas non ha citato altri Stati nei confronti dei quali si potrebbero fare valere analoghi motivi di lagnanza.

4   Al Texas si sono accodati 17 altri Stati (AL, AR, FL, IN, KS, LA, MS, MO, MT, NE, ND, OK, SC, SD, TN, UT, WV).

5   Articolo III, sezione 2 Costituzione americana (“In all cases . . . in which a State shall be Party, the supreme Court shall have original Jurisdiction”), e 11o Emendamento. V. anche 28 U.S.C. § 1251.

6   Nella civilissima Svizzera, il voto per corrispondenza è molto popolare e non si è mai sentito parlare di frode. Anche gli italiani all’estero votano per corrispondenza senza che ciò abbia dato luogo a disservizi.

7   Ha insistito con acrimonia alla nomina della sua candidata ultra-conservativa prima delle elezioni, per avere ad abundantiam un voto in più.

8   In America non si adisce la Cassazione liberamente, occorre che questa preliminarmente accetti la causa.

 

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